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Piacenza da domare

 

La prossima avversaria del Toro è una vecchia e cattiva conoscenza, tra quelle squadre ostili da battere, che rievocano cattivi ricordi. L’anno scorso, sempre ai primi di ottobre, fu la partita più sfortunata...

Redazione Toro News

La prossima avversaria del Toro è una vecchia e cattiva conoscenza, tra quelle squadre ostili da battere, che rievocano cattivi ricordi. L’anno scorso, sempre ai primi di ottobre, fu la partita più sfortunata del campionato, i granata di Ezio Rossi giocarono bene, ma persero per un errore della difesa e Pepe segnò il gol della vittoria, dopo che Balzaretti aveva fatto urlare la curva per aver colpito un palo clamoroso.Fu sconfitta anche al ritorno in Emilia e fine della storia piacentina in salsa granata. Questa stagione sembra essere nata sotto una buona stella e già un bestia nera, il Pescara, è stato matato senza problemi dagli uomini di De Biasi, per cui a questo punto è lecito pensare che la vittoria sia d’obbligo, non solo per sfatare antichi fantasmi, ma per smuovere la classifica con tre punti e arrivare al big match con il Mantova più vicini in classifica. Un ex di entrambe le formazioni come Tosto, ora all’Ascoli, ha previsto in settimana una partita battagliera, ma vede favorito il Toro che ha una compagine superiore sul piano tecnico, anche se purtroppo De Biasi dovrà fare i conti con alcune defezioni importanti. Il Piacenza si trova a metà classifica a tredici punti, sette in meno dei rivali piemontesi, nel derby giocato martedì ha pareggiato in casa per 2-2 contro il Cesena, mettendo in difficoltà i romagnoli che sono nella parte alta della classifica.Tra i giocatori incontriamo un vecchio cuore granata come Ruggero Radice, proprio il figlio del mister dell’ultimo scudetto, un punto importante della difesa insieme all’argentino Campagnaro e al giovane uruguagio Miglionico. In mezzo al campo troviamo una vecchia conoscenza come Luigi Riccio, centrocampista tutto fare dotato di una buona propensione al tiro, nel reparto centrale spicca anche il giovane Panepinto, torinese di nascita e il rumeno Patrascu. L’attacco non è trascendentale anche se composto da centravanti giovani di sicuro avvenire come Ganci, D’Agostino e Piccolo, quest’ultimo addirittura dell’88 è stato aggregato alla prima squadra proprio per la trasferta di Torino. Iachini è un allenatore duro che non lascia nulla al caso, grintoso al punto da essere considerato l’arma in più dei suoi, determinato in panchina così come lo era in campo.