dal nostro inviato a PiacenzaAlessandro Salvatico
toro
Piacenza-Torino 0-0 Squallore granata
dal nostro inviato a Piacenza
Alessandro Salvatico
Primo tempo. La cosa migliore del Toro sono i suoi tifosi. Nessuna retorica: i circa 1700 tifosi granata...
Primo tempo. La cosa migliore del Toro sono i suoi tifosi. Nessuna retorica: i circa 1700 tifosi granata occorsi a Piacenza, infatti, soverchiano il pubblico di casa, per numero e volume. Per il resto, ancora una volta si chiudono 45 minuti senza che il portiere avversario abbia mai -mai!- toccato la palla: i tentativi granata sono due, entrambi ad opera di Loviso, entrambi sballati. La lentezza è la caratteristica principale della squadra di Colantuono, dove i due laterali del tridente non riescono a servire Bianchi (probabilmente è zero il numero di palloni giocati dal numero 9), tra l'attivismo di un Di Michele abbandonato a se stesso e i buchi che si aprono sulle corsie laterali in difesa.Nei primi venti minuti, attacca con aggressività il Piacenza: un paio di volte Rivalta, e un paio Sereni, anticipano gli attaccanti di casa all'ultimo momento, prima che calcino in porta. Dal ventesimo, la gara si spegne. Il Toro guadagna metri, avanza il proprio raggio d'azione; ma purtroppo questo non è rugby, sicché il fatto non significa assolutamente nulla, specie nel momento in cui la squadra di Ficcadenti mette fuori la testa una volta sola, ma lo fa facendo male come i granata non sanno fare (Guerra si mangia un'occasione enorme, davanti a Sereni e con il compagno Simon al proprio fianco). Il Piacenza non sembra penultimo in classifica, il Toro non sembra in zona-promozione; molto dovrà cambiare nella ripresa.
"Secondo tempo. Pronti-via, e non solo non è cambiato nulla: forse le cose sono ancora peggiorate per la squadra granata, a giudicare dal palo che colpisce Marco Calderoni dopo due minuti. E' un campanello d'allarme che però non sveglia gli undici oggi in maglia nera (che fortuna, decisamente, non ne porta). Bianchi non riceve un pallone, non conclude una volta verso la porta, possiamo immaginare quanto sia frustrante; i centrocampisti del Toro iniziano a perdere alcuni palloni sulla trequarti, e quando questo accade i piacentini sanno rendersi immediatamente pericolosi, concludendo dalla distanza o cedendo ad un compagno che accorre (come quando Moscardelli ruba palla a Saeumel mettendo in imbarazzo Sereni da venti metri). L'ingresso di Gorobsov e Vantaggiato non basta: l'attaccante è vivace e voglioso, ma un uomo solo, chiunque esso sia, non può cambiare l'atteggiamento di un'intera squadra, che è molle, nè il suo gioco, che è carente.La prima parata di Puggioni è su una telefonata del neoentrato Gasbarroni al minuto 84, il centrocampo è impalpabile e la difesa va spesso in difficoltà: prova ne siano l'intervento da pallavolo di Zoboli e l'espulsione di Rivalta nel finale.I tifosi, che non hanno contestato nessuno per l'intera durata della gara, invitano dopo il fischio finale la squadra ad andare "sotto la curva"; ma la squadra non risponde.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
dal nostro inviato a Piacenza
Alessandro Salvatico
Primo tempo. La cosa migliore del Toro sono i suoi tifosi. Nessuna retorica: i circa 1700 tifosi granata...
Primo tempo. La cosa migliore del Toro sono i suoi tifosi. Nessuna retorica: i circa 1700 tifosi granata occorsi a Piacenza, infatti, soverchiano il pubblico di casa, per numero e volume. Per il resto, ancora una volta si chiudono 45 minuti senza che il portiere avversario abbia mai -mai!- toccato la palla: i tentativi granata sono due, entrambi ad opera di Loviso, entrambi sballati. La lentezza è la caratteristica principale della squadra di Colantuono, dove i due laterali del tridente non riescono a servire Bianchi (probabilmente è zero il numero di palloni giocati dal numero 9), tra l'attivismo di un Di Michele abbandonato a se stesso e i buchi che si aprono sulle corsie laterali in difesa.Nei primi venti minuti, attacca con aggressività il Piacenza: un paio di volte Rivalta, e un paio Sereni, anticipano gli attaccanti di casa all'ultimo momento, prima che calcino in porta. Dal ventesimo, la gara si spegne. Il Toro guadagna metri, avanza il proprio raggio d'azione; ma purtroppo questo non è rugby, sicché il fatto non significa assolutamente nulla, specie nel momento in cui la squadra di Ficcadenti mette fuori la testa una volta sola, ma lo fa facendo male come i granata non sanno fare (Guerra si mangia un'occasione enorme, davanti a Sereni e con il compagno Simon al proprio fianco). Il Piacenza non sembra penultimo in classifica, il Toro non sembra in zona-promozione; molto dovrà cambiare nella ripresa.
"Secondo tempo. Pronti-via, e non solo non è cambiato nulla: forse le cose sono ancora peggiorate per la squadra granata, a giudicare dal palo che colpisce Marco Calderoni dopo due minuti. E' un campanello d'allarme che però non sveglia gli undici oggi in maglia nera (che fortuna, decisamente, non ne porta). Bianchi non riceve un pallone, non conclude una volta verso la porta, possiamo immaginare quanto sia frustrante; i centrocampisti del Toro iniziano a perdere alcuni palloni sulla trequarti, e quando questo accade i piacentini sanno rendersi immediatamente pericolosi, concludendo dalla distanza o cedendo ad un compagno che accorre (come quando Moscardelli ruba palla a Saeumel mettendo in imbarazzo Sereni da venti metri). L'ingresso di Gorobsov e Vantaggiato non basta: l'attaccante è vivace e voglioso, ma un uomo solo, chiunque esso sia, non può cambiare l'atteggiamento di un'intera squadra, che è molle, nè il suo gioco, che è carente.La prima parata di Puggioni è su una telefonata del neoentrato Gasbarroni al minuto 84, il centrocampo è impalpabile e la difesa va spesso in difficoltà: prova ne siano l'intervento da pallavolo di Zoboli e l'espulsione di Rivalta nel finale.I tifosi, che non hanno contestato nessuno per l'intera durata della gara, invitano dopo il fischio finale la squadra ad andare "sotto la curva"; ma la squadra non risponde.
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