di Paolo Morelli
toro
Prandelli, ultimo sforzo
di Paolo Morelli
L’annata di Cesare Prandelli ha una doppia faccia. Dal punto di vista professionale, con la sua Fiorentina, è ad un passo dalla qualificazione in Champions. La sua...
L’annata di Cesare Prandelli ha una doppia faccia. Dal punto di vista professionale, con la sua Fiorentina, è ad un passo dalla qualificazione in Champions. La sua squadra è stata sfortunata in coppa Uefa, dove è stata eliminata ai calci di rigore, ma è comunque arrivata molto avanti nella competizione. Dal punto di vista privato, sicuramente questa stagione è stata segnata dalla scomparsa della moglie, il 26 novembre scorso, dopo una lunga malattia. Prandelli ha però dimostrato sul campo la sua voglia di andare avanti, e tante sono state le persone strette al suo fianco in un momento così difficile.Se in passato era solito utilizzare un 4-4-2 con due punte di cui una di peso e una di qualità, ultimamente predilige il 4-3-3. In attacco utilizza una punta centrale con due rifinitori dai piedi buoni ai suoi fianchi. Pazzini ultimamente viene affiancato da Mutu e Santana. In passato utilizzava Toni al centro dell’attacco, ma anche Vieri ha ricoperto più volte quel ruolo. Davanti alla difesa meglio un regista che faccia girare bene palla e che detti i tempi a centrocampo, come fa Liverani. Sulle fasce sceglie giocatori di qualità e soprattutto molto veloci. Uno degli ultimi si chiama Franco Semioli, che al Toro non trovò spazio, ma che appena mise il naso fuori dal Piemonte diventò un’ala destra di tutto rispetto. E qui qualcuno si mangia ancora le mani.In carriera, Prandelli non ha mai vinto nulla di rilevante da allenatore. Tre scudetti e una coppa Italia, poi una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e una Coppa dei campioni, il tutto quando giocava alla Juventus. I titoli vinti da tecnico si fermano invece ad un Torneo di Viareggio e ad una promozione in serie A. Comincia ad allenare le giovanili dell’Atalanta, poi entra nel calcio professionistico col Lecce, dove verrà esonerato. Qualche piccola soddisfazione con Verona e Venezia, quindi il Parma. In seguito lo chiama la Roma, ma è costretto a dimettersi prima del campionato per star vicino alla moglie, già gravemente malata. Nel 2005 lo chiama la Fiorentina. Si profila per lui una lunga permanenza in Toscana poiché, a maggio dell’anno scorso, ha rinnovato il contratto per 4 anni.C’è da dire che la qualificazione in Champions sarebbe meritata per i viola, che hanno mostrato un bel calcio, tra i migliori in Italia, capace di emozionare e divertire. Sicuramente Prandelli non è d’accordo con quella schiera di opinionisti che credono in un regalo del Toro, e verrà qui per giocarsela fino in fondo, mettendo le mani su una qualificazione che è quasi un atto dovuto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Morelli
L’annata di Cesare Prandelli ha una doppia faccia. Dal punto di vista professionale, con la sua Fiorentina, è ad un passo dalla qualificazione in Champions. La sua...
L’annata di Cesare Prandelli ha una doppia faccia. Dal punto di vista professionale, con la sua Fiorentina, è ad un passo dalla qualificazione in Champions. La sua squadra è stata sfortunata in coppa Uefa, dove è stata eliminata ai calci di rigore, ma è comunque arrivata molto avanti nella competizione. Dal punto di vista privato, sicuramente questa stagione è stata segnata dalla scomparsa della moglie, il 26 novembre scorso, dopo una lunga malattia. Prandelli ha però dimostrato sul campo la sua voglia di andare avanti, e tante sono state le persone strette al suo fianco in un momento così difficile.Se in passato era solito utilizzare un 4-4-2 con due punte di cui una di peso e una di qualità, ultimamente predilige il 4-3-3. In attacco utilizza una punta centrale con due rifinitori dai piedi buoni ai suoi fianchi. Pazzini ultimamente viene affiancato da Mutu e Santana. In passato utilizzava Toni al centro dell’attacco, ma anche Vieri ha ricoperto più volte quel ruolo. Davanti alla difesa meglio un regista che faccia girare bene palla e che detti i tempi a centrocampo, come fa Liverani. Sulle fasce sceglie giocatori di qualità e soprattutto molto veloci. Uno degli ultimi si chiama Franco Semioli, che al Toro non trovò spazio, ma che appena mise il naso fuori dal Piemonte diventò un’ala destra di tutto rispetto. E qui qualcuno si mangia ancora le mani.In carriera, Prandelli non ha mai vinto nulla di rilevante da allenatore. Tre scudetti e una coppa Italia, poi una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e una Coppa dei campioni, il tutto quando giocava alla Juventus. I titoli vinti da tecnico si fermano invece ad un Torneo di Viareggio e ad una promozione in serie A. Comincia ad allenare le giovanili dell’Atalanta, poi entra nel calcio professionistico col Lecce, dove verrà esonerato. Qualche piccola soddisfazione con Verona e Venezia, quindi il Parma. In seguito lo chiama la Roma, ma è costretto a dimettersi prima del campionato per star vicino alla moglie, già gravemente malata. Nel 2005 lo chiama la Fiorentina. Si profila per lui una lunga permanenza in Toscana poiché, a maggio dell’anno scorso, ha rinnovato il contratto per 4 anni.C’è da dire che la qualificazione in Champions sarebbe meritata per i viola, che hanno mostrato un bel calcio, tra i migliori in Italia, capace di emozionare e divertire. Sicuramente Prandelli non è d’accordo con quella schiera di opinionisti che credono in un regalo del Toro, e verrà qui per giocarsela fino in fondo, mettendo le mani su una qualificazione che è quasi un atto dovuto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA