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Presidenti a processo

Blob tra il serio e il faceto di una settimana di chiacchiere calcistiche.

Sicuramente, negli ultimi sette giorni, chi se l’è passata peggio sono stati i presidenti delle società di...

Redazione Toro News

Blob tra il serio e il faceto di una settimana di chiacchiere calcistiche.

Sicuramente, negli ultimi sette giorni, chi se l’è passata peggio sono stati i presidenti delle società di calcio. Il primo della lista è Claudio Lotito, a processo per l’acquisto del pacchetto azionario della Lazio nel 2005. Il pm Laura Pedio del Tribunale di Milano ha chiesto per lui un anno e 8 mesi di reclusione per aggiotaggio. Insieme al presidente biancoceleste anche un imprenditore il cui nome, pensando alla Lazio, non può che far sorridere: si chiama Roberto Mezzaroma, un anno e 4 mesi per lui. Subito dopo c’è Preziosi, qui però si tratta di condanna in appello. Confermati i quattro mesi di prigione per frode sportiva in quel famoso Genoa-Venezia del campionato 2004-2005. Ma andiamo avanti. Ve li ricordate Corbelli e Ferlaino? Si, proprio quelli che hanno portato il Napoli in serie C. L’altro ieri sono stati rinviati a giudizio, in compagnia dell’ex dirigente Tampalini, per bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento della società Calcio Napoli.Ma non basta! I fratelli Vincenzo e Piero Franza sono riusciti nell’impresa di far fallire di nuovo il Messina, che era in serie D. Infine il sempreverde Gaucci ha patteggiato tre anni di reclusione per bancarotta fraudolenta (pure lui). Tanto il reato è coperto da indulto. E per restare in tema giudiziario, ecco il mai domo Luciano Moggi tuonare dalle pagine di «Libero» contro la classe arbitrale: «[…] l’annata segna rosso profondo per i direttori di gara […]» dice. Ma a leggere qui sopra, l’unica cosa che segna rosso profondo è il bilancio delle squadre. Basti pensare all’Inter, che spende 180 milioni all’anno solo di stipendi. Ma Moggi pare infischiarsene delle vicende giudiziarie dei propri ex colleghi, e mentre la Lega Calcio studia una legge apposta contro di lui («non ci si può sottrarre dalla giustizia sportiva dimettendosi dalle proprie cariche»), l’ex dirigente bianconero rischia un nuovo processo ai propri danni per minacce a Franco Baldini, ex direttore sportivo della Roma, all’udienza del 19 giugno scorso. In tono simpatico l’avrebbe così apostrofato prima dell’ingresso in Tribunale: «Buongiorno pezzo di m…a, stai attento a quello che dici che finisci male». Ma era questo lo “stile Juventus”?Poi ci sono gli allenatori, che nulla hanno a che vedere – per fortuna – con le vicende giudiziarie. Sembra che la lettera del “grande moralizzatore” Matarrese abbia sortito i propri effetti. Spalletti vince e ringrazia Mourinho «perché ha ampliato i margini di difesa degli allenatori italiani». Il nerazzurro invece se la prende coi tifosi che fischiano l’Inter. Quindi Ancelotti striglia i suoi per la sconfitta col Palermo. Insomma nessuno se la prende più con gli arbitri, almeno per ora. Un po’ di quiete? Strano. Sarà forse perché le società stanno pensando di mettere in vendita i diritti tv anche delle interviste? Un po' di calma potrebbe far comodo in fase di promozione. Occhio però a non eccedere di buonismo. Cesarone Natali la scorsa settimana dichiarava: «Il Toro è tutto con De Biasi». Il tecnico, a sua volta, durante una lezione ai venditori della Kappa sul “lavoro di squadra”, diceva: «Le cose vanno eseguite come voglio io, altrimenti mi arrabbio». E la squadra infatti a Siena era tutta con De Biasi e faceva quello che diceva lui, peccato sia rimasta negli spogliatoi.