Archiviata purtroppo la Coppa Italia, il Toro guarda avanti, ma la partita con la Fiorentina ha lasciato strascichi nell'umore dei tifosi. Di sicuro non in quello di un tifoso viola doc come Pupo che, tra campo e sentimenti, ci racconta il suo rapporto con il color granata.
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Pupo: “Toro e Fiorentina non vinceranno mai più lo scudetto, ma godiamocele”
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Buongiorno Pupo. Immaginiamo che, da grande tifoso viola, tu sia felice per il passaggio del turno in Coppa Italia.
Felice per il risultato, ma la partita è stata molto equilibrata. Il risultato forse non è sincero, il pareggio poteva starci, ma quando una delle due squadre segna all’87esimo, poi spesso fa anche il secondo perché l’avversario si scopre.
Come hai visto il Torino?
Il Torino è un’ottima squadra per cui ho una profonda simpatia, a partire dal Presidente Cairo a tutti i giocatori. Non avrei pianto se la Fiorentina fosse stata eliminata dal Toro. Ci lega una grande amicizia che prende forza dal grande odio verso la Juve.
Senti ancora forte questo gemellaggio tra le due tifoserie?
Dopo la Fiorentina, io sono sostenitore del Torino. I nostri incontri sono sempre stati delle feste dello sport e io la sento molto questa cosa.
Passando dalla Coppa Italia al campionato, quest’anno Toro e Viola stanno avendo un andamento simile. Sono due incompiute?
La Fiorentina di sicuro, anche se ora sono arrivati Muriel e Traorè per sistemare attacco e centrocampo e forse potrà aspirare all’Europa League. Però noi della Fiorentina e voi del Torino dobbiamo guardare il calcio con un’altra ottica. Abbiamo dei presidenti che tengono le squadre in Serie A a un buon livello e al giorno d’oggi non è facile. Può capitare l’annata in cui vai in Europa, ma è im pensabile che Firenze e Torino possano aspirare a vincere un campionato. Sono cazzate. Il Leicester vince la Premier una volta in mille anni. Contano solo i soldi, per cui io sono contento se la Fiorentina vince, se perde non mi metto a fare drammi. Tanto lo so che Chiesa tra un po’ andrà via, perché la politica è quella per non dare il giro come con Cecchi Gori.
È rassegnazione o accontentarsi di quello che c’è?
Che vuol dire rassegnazione? Tu con lo stipendio che prendi puoi comprarti un elicottero? Non credo e io nemmeno. Allora siamo due sfigati? No, siamo realisti, con la nostra dignità. Io sono contento della mia vita e accontentarsi non vuol dire essere inferiori. Significa essere consapevoli, godersi le cose belle e poi ogni tanto gioire per le vittorie inaspettate o la qualificazione in coppa.
Ennesimo parallelismo tra granata e viola: i bomber latitano, ci pensano Falque e Chiesa.
La grinta e la classe di Chiesa e Falque non bastano, serve altro. Simeone non trova più la via della porta, gli manca la concretizzazione, proprio come a Belotti. Per loro due il gol sta diventando un’ossessione e rischiano di non uscire più dal tunnel. Sono giovani e devono capire che capitano questi momenti in cui la palla non vuole entrare. Come a me quando andavo al Casinò di St. Vincent e giocavo a Chemin de fer: il punteggio massimo era 9, io facevo 8 e il banco faceva 9 e vinceva. La ricetta è stare sereni, l’equilibrio psicofisico è fondamentale per loro.
Per un personaggio famoso come te, quali sono i calciatori che riescono ancora a lasciarti a bocca aperta?
Io ho avuto la fortuna di conoscere e diventare amico intimo con il mio idolo che è Giancarlo Antognoni. Ci conosciamo dagli anni ’80 e ancora usciamo a cena ogni tanto. L’altra sera poi ero a Roma e ho incontrato Francesco Totti, con cui ho partecipato a tante iniziative di beneficienza. Un mito anche lui. Tra gli attuali, al di là del tifo, vorrei conoscere Cristiano Ronaldo per guardarlo in faccia e capire se è vero o bionico. Per chi ama il calcio lui è un fenomeno, fa sempre la differenza. Sarà anche antipatico, ma sai quanti ce ne sono di antipatici, ma forti…
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