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Quisque faber fortunae suae

di Edoardo Blandino


 

C’era qualcosa di diverso nell’aria. Saranno state le graminacee portate dalla primavera oppure quell’elettricità statica che precede...

Edoardo Blandino

di Edoardo Blandino

"C’era qualcosa di diverso nell’aria. Saranno state le graminacee portate dalla primavera oppure quell’elettricità statica che precede lo scoppio di un acquazzone accompagnato da grandine, però sull’Olimpico c’era un’atmosfera strana. Sembrava quasi di essere entrati dentro a un film: la partita della vita, i minuti finali, il gol, il pareggio, il diluvio universale e la rete della vittoria. Uno sceneggiatore di Holliwood non avrebbe potuto chiedere di meglio per la fase topica del proprio film. E la partita, proprio come una pellicola cinematografica, ha avuto un lieto fine. Echissenefrega di ciò che (non) è successo nei primi 85’ minuti. Perché in effetti si è visto ben poco. L’importante non era mostrare un bel gioco, ma vincere. Portare a casa i tre punti sabato pomeriggio era l’unica cosa fondamentale e, in qualche modo, i granata ci sono riusciti. Merito della cura Camolese o della voglia di salvarsi? Forse non lo sapremo mai. Però, intanto, per la prima volta si è vista una vera reazione, degna di nota. C’erano state delle prime avvisaglie già contro il Palermo, ma in quell’occasione il palo aveva scacciato via ogni speranza. Sabato ci ha provato Martinez a rovinare i piani e i sogni di uno stadio intero. Erano passati appena 3 minuti dalla straordinaria deviazione di Bianchi a rete, quando un pasticcio difensivo regalava il pareggio agli etnei. Al gol degli ospiti lo stadio ammutolito non credeva ai propri occhi. Ripresisi dallo shock iniziarono le imprecazioni e lo sconforto prese il sopravvento con la gente che stava iniziando ad abbandonare il match. Ma c’era qualcosa di diverso nell’aria. Nel cuore ognuno sentiva che non era ancora finita e tutti si fermavano sulle scale a guardare gli ultimi secondi, in attesa di qualcosa. Chiamatelo sesto senso, forza della disperazione o come volete, però la speranza era viva e non voleva andarsene via. Troppe volte in questa stagione sembrava che il destino avesse per il Toro in serbo sorprese poco piacevoli. Ma quisque faber fortunae suae est. Ogni tanto si rende necessario forzare la mano del fato. I granata, sabato pomeriggio, ci sono finalmente riusciti. Però questo è stato solo il primo importante passo, ora bisogna continuare.