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Rafael Valente, un granata in Brasile: “Il mio primo 4 maggio a Superga”

Esclusiva / Il giornalista di ESPN Brasile, presenza speciale il 4 maggio a Superga: "Forse mancano i trofei, ma il Toro è già grande per la passione dei suoi tifosi"

Nicolò Muggianu

Tra le oltre cinque mila persone presenti il 4 maggio alla Basilica di Superga c'era anche lui: Rafael Valente Pedroso de Siqueira, o più semplicemente Rafael Valente. Giornalista brasiliano di ESPN Brasile e affezionato tifoso granata, orgoglioso di portare i colori e la storia del Torino fino alla "sua" San Paolo. Un viaggio organizzato sin dallo scorso luglio, con l'obiettivo di essere presente nel giorno del settantesimo anniversario della scomparsa degli "Invincibili". E omaggiare di persona quei campioni che lo hanno fatto innamorare dei colori e della storia granata oltre vent'anni fa.

"Sono nato a San Palo, in Brasile. Abito e lavoro lì, sono giornalista sportivo e lavoro per ESPN Brasile. Oggi tifo solo Torino, ma prima ero anche tifoso del Corinthians. Ho conosciuto il Toro per caso: a 13 anni di calcio non sapevo molto, così ho iniziato a leggere tutta la storia del Corinthians e ho scoperto che nel '49 aveva giocato con la maglia granata in omaggio al Grande Torino. Il Torino in Brasile è conosciuto per la sua storia e per la tragedia di Superga, ma non è considerata una grande del calcio italiano perché è tanto tempo che non vince. È conosciuta come la squadra di Junior e Casagrande, due grandi del calcio carioca".

La storia granata però lo ha affascinato e oggi Torino è una delle sue mete preferite: "Questa è la terza volta che sono qua. C'ero già stato nel 2014 e nel 2016. Sempre in vacanza e sempre per il Toro. Torino è molto buona con me, la gente mi ha sempre trattato benissimo e mi sono fatto tanti amici qui. Ho provato emozioni bellissime e essere presente a Superga il 4 maggio è stato qualcosa di incredibile. È difficile descrivere a parole l'esperienza a Superga. Tutti miei amici italiani sono andati per la prima volta da bambini, con i loro genitori. Per loro è stato come ricevere in eredità l'amore per il Toro. Io invece ho 33 anni, conosco già il Toro e Torino. In passato ero già andato a Superga, ma non nella settimana sacra. Non sapevo cosa aspettarmi, ero molto teso e pensieroso fino a poche ore prima. È stato molto emozionate: è la manifestazione più vera e pura dell'amore. Vedere anziani, donne e bambini tutti insieme per la stessa causa. Credo che il Toro non abbia mai messo di essere "Grande" dopo il '49. Forse mancano i trofei, ma la grandezza del Toro risiede nella passione dei suoi tifosi".

Una presenza, la sua, che non è passata inosservata. Il Torino ha infatti deciso di omaggiarlo con una maglia dedicata, autografata da tutta la squadra: "È stato un bellissimo regalo. Sembra un sogno, ma ad essere sinceri il Toro ha tantissimi altri tifosi brasiliani oltre a me. L'amore verso i colori granata è forte anche per loro. Il mio amore in questa settimana magica è cresciuto ulteriormente per le forti emozioni che ho provato. La vittoria contro il Milan dopo 18 anni l'ho vista insieme ai tifosi in curva Maratona, poi il pareggio nel derby, la Santa Messa e la cerimonia a Superga. Qualcosa di indescrivibile. Il 1 maggio ero andato a visitare da solo la lapide. Sono rimasto lì per mezz'ora immobile. Quando me ne sono andato ho provato un'emozione forte. Ho fatto tutto in silenzio, senza nessuno vicino, è stato quello il mio personale omaggio a loro".

E a chi gli chiede come si fa a tifare Torino dal Brasile, Rafael risponde così: "I miei amici in Brasile dicono che devo essere pazzo per tifare una squadra così lontana. Una squadra che non vince lo Scudetto da 40 anni e che è nella stessa città dell'altra squadra. Quella che ha preso CR7 per vincere la Champions League... Magari sono pazzo, è vero. Ma sono un pazzo granata, felice e appassionato del nostro Toro".