Negli scorsi mesi, il nome del Torino è finito al centro di un intreccio mediatico che ha coinvolto Red Bull, il colosso austriaco già attivo nel calcio con club come Lipsia e Salisburgo. A far scattare l’interesse è stato un comunicato ufficiale del club granata, che annunciava la nuova partnership con Red Bull come Official Energy Drink Partner per la stagione 2024/25.
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Red Bull cerca squadra in Italia: “Sondato il Toro, Cairo chiede troppo”
Un accordo commerciale, nulla più. Ma tanto è bastato per alimentare l’idea di un possibile ingresso nella proprietà da parte di Red Bull, desiderosa – secondo alcuni – di mettere un piede anche nella Serie A. Da lì, indiscrezioni, interpretazioni e smentite a catena.
Il tutto è stato poi chiarito in modo diretto durante la presentazione di Jurgen Klopp come nuovo Head of Global Soccer di Red Bull: l’ex tecnico del Liverpool ha precisato che, allo stato attuale, non sono previste nuove acquisizioni di club.
Fine della storia? Forse no. Ma almeno per il Torino, la questione sembra archiviata
—Intanto nell'ultimo periodo, Red Bull continua a guardare all’Italia, ma spostando il radar altrove. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore e ripreso da Calcio&Finanza, il gruppo sarebbe tra gli interessati all’Alcione, club milanese attualmente in Serie C. Il presidente Giulio Gallazzi sarebbe al lavoro da mesi su una possibile apertura a investitori stranieri, tra cui spiccano fondi da Stati Uniti, Olanda, Regno Unito e appunto multinazionali come Red Bull.
Il dato certo è che Red Bull vuole ampliare il proprio impero calcistico, ma lo fa con criteri precisi: controllo totale, margini di crescita e contesti gestibili. Come ribadito più volte dal Presidente Urbano Cairo, tra Torino e colosso austriaco non ci sarebbero stati contatti oltre che per la sponsorship. Tuttavia secondo il Sole24Ore Red Bull in passato avrebbe dato uno sguardo al club granata, per poi congelare subito i contatti dopo la richiesta di Cairo (200 milioni).
In definitiva, l’episodio Red Bull–Torino sembra essersi rivelato più un abbaglio alimentato dalla speranza dei tifosi, che una vera trattativa societaria.
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