di Paolo Morelli
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Reja, difensivismo decennale
di Paolo Morelli
Edoardo Reja è sicuramente un nome che ricorda il Toro, anche se non si può dire che la sua esperienza in granata, stagione 97/98, abbia lasciato il segno. Ma nelle...
Edoardo Reja è sicuramente un nome che ricorda il Toro, anche se non si può dire che la sua esperienza in granata, stagione 97/98, abbia lasciato il segno. Ma nelle squadre che ha allenato, non è mai rimasto a lungo, ciò gli è valso un curriculum enorme con una quantità gigantesca di squadre allenate, praticamente in quasi tutte le categorie, partendo veramente dal basso. Un allenatore di grande esperienza che ha sempre lavorato con modestia e umiltà.Il tecnico di origini slovene non ha mai amato il gioco particolarmente offensivo. È nota la sua propensione per la difesa a 5 fatta di due esterni pronti a salire per dare manforte al centrocampo, trasformando la disposizione tattica in un 3-5-2. Amante dei lanci lunghi, coi giocatori molto più veloci e tecnici acquistati quest’anno dal Napoli, ha potuto mettere in campo un gioco leggermente più offensivo, fatto di verticalizzazioni e vocazione al contropiede. Abituato ad avere una torre in attacco (ruolo spesso ricoperto da Sosa) per smistare i lanci di centrocampo e difesa, il cambiamento di quest’anno l’ha portato a ridimensionare questo stile tattico per favorire le azioni in velocità.Come già detto, ha una carriera lunghissima, cominciata nel ’79 sulla panchina del Molinella. Poi innumerevoli cambi che lo hanno portato alla direzione tecnica di Treviso, Pescara, Bologna, Lecce, Brescia, Genoa, Catania, Cagliari e, dal 2005, Napoli. Ma in totale l’ex tecnico granata ha allenato qualcosa come 19 squadre diverse, ritornando sulla panchina di una squadra già allenata solo in una occasione, con il Monselice, ancora agli inizi della propria carriera.Il campionato del Napoli è già di per sé molto positivo, ma non bisogna commettere l’errore di considerare i partenopei come una squadra demotivata, la sconfitta interna del Parma insegna. Reja farà a meno di Cannavaro per squalifica e di alcuni infortunati, ma l’Europa è ancora raggiungibile, ed è difficile che l’allenatore azzurro abbia intenzione di regalare punti al Toro. Soprattutto ora che il traguardo europeo per il Napoli è a un passo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Morelli
Edoardo Reja è sicuramente un nome che ricorda il Toro, anche se non si può dire che la sua esperienza in granata, stagione 97/98, abbia lasciato il segno. Ma nelle...
Edoardo Reja è sicuramente un nome che ricorda il Toro, anche se non si può dire che la sua esperienza in granata, stagione 97/98, abbia lasciato il segno. Ma nelle squadre che ha allenato, non è mai rimasto a lungo, ciò gli è valso un curriculum enorme con una quantità gigantesca di squadre allenate, praticamente in quasi tutte le categorie, partendo veramente dal basso. Un allenatore di grande esperienza che ha sempre lavorato con modestia e umiltà.Il tecnico di origini slovene non ha mai amato il gioco particolarmente offensivo. È nota la sua propensione per la difesa a 5 fatta di due esterni pronti a salire per dare manforte al centrocampo, trasformando la disposizione tattica in un 3-5-2. Amante dei lanci lunghi, coi giocatori molto più veloci e tecnici acquistati quest’anno dal Napoli, ha potuto mettere in campo un gioco leggermente più offensivo, fatto di verticalizzazioni e vocazione al contropiede. Abituato ad avere una torre in attacco (ruolo spesso ricoperto da Sosa) per smistare i lanci di centrocampo e difesa, il cambiamento di quest’anno l’ha portato a ridimensionare questo stile tattico per favorire le azioni in velocità.Come già detto, ha una carriera lunghissima, cominciata nel ’79 sulla panchina del Molinella. Poi innumerevoli cambi che lo hanno portato alla direzione tecnica di Treviso, Pescara, Bologna, Lecce, Brescia, Genoa, Catania, Cagliari e, dal 2005, Napoli. Ma in totale l’ex tecnico granata ha allenato qualcosa come 19 squadre diverse, ritornando sulla panchina di una squadra già allenata solo in una occasione, con il Monselice, ancora agli inizi della propria carriera.Il campionato del Napoli è già di per sé molto positivo, ma non bisogna commettere l’errore di considerare i partenopei come una squadra demotivata, la sconfitta interna del Parma insegna. Reja farà a meno di Cannavaro per squalifica e di alcuni infortunati, ma l’Europa è ancora raggiungibile, ed è difficile che l’allenatore azzurro abbia intenzione di regalare punti al Toro. Soprattutto ora che il traguardo europeo per il Napoli è a un passo.
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