"di Alessandro Salvatico
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Reja, meglio tardi che mai
di Alessandro Salvatico
E’ durato nove mesi, il rapporto tra Edy Reja e il Torino. Un Torino che, dopo i nove mesi, partorì con dolore il frutto di...
"E’ durato nove mesi, il rapporto tra Edy Reja e il Torino. Un Torino che, dopo i nove mesi, partorì con dolore il frutto di una stagione nata in salita: lo fece a Reggio Emilia, il 21 Giugno 1998, in una giornata tanto calda e densa che nessuno che l’abbia vissuta la scorderà mai. Anche se forse vorrebbe.
"Quel Toro schierava sì Asta, Lentini e Ferrante, ma anche Casazza, Scarponi, Mercuri, Citterio e altri dimenticabili. Reja ricompattò un ambiente scosso dalle stranezze del precedessore scozzese, e se l’impresa non fu coronata, ciò non toglie che rimase tale: un’impresa, appunto. Eppure, a fine stagione non fu confermato da Vidulich. Come già accaduto l’anno prima con Corioni, nonostante la promozione delle Rondinelle.
"In effetti, per anni l’allenatore goriziano è stato, semplicemente, sottovalutato. Non valutato in base ai risultati, sicuramente. Edoardo Reja ha iniziato nel 1979 la sua carriera di allenatore. Prima del Brescia aveva già allenato in ben 12 diverse piazze, e dopo aver conquistato la Serie A con i lombardi lo farà altre tre volte: Vicenza e Cagliari, prima dell’esperienza a Napoli. Eppure, dopo aver portato al successo le sue squadre, oltretutto nell’ambito di un lavoro portato avanti con una serietà più unica che rara, quasi mai i datori di lavoro sceglievano di confermare questo mister silenzioso e lavoratore. Forse proprio per questo: umile e concreto, è un uomo che non si fa pubblicità né si comporta da protagonista.
"Ha dovuto aspettare i 60 anni suonati, Reja, per allenare in Serie A, e con soddisfazione. Nel 2004 il suo arrivo a Napoli, a stagione in corso, in Serie C1. Presa la squadra in acque davvero cattive, la portò a sfiorare la promozione, perdendo la finale play-off. Quante analogie, nevvero? La differenza è solamente che De Laurentiis, contrariamente a Vidulich, valutò lo splendido lavoro dell’allenatore al di là del traguardo solo sfiorato e non raggiunto. I risultati sembrano aver dato ragione al patron partenopeo.
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