"di Alessandro Salvatico
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Rosina, imparare a diventare capitano
di Alessandro Salvatico
Alessandro Rosina. Numero 10 e capitano. Il giocatore più rappresentativo, comunque. L’ultimo ad aver vestito la maglia...
"Di Rosina tutto si dice, tutto si è detto e tutto si sa, o si crede di sapere. Quella che inizierà tra 24 giorni sarà la sua quarta stagione in granata, la terza in Serie A. Una “A” conquistata grazie ad un suo fondamentale contributo, quando iniziò a mostrare le sue doti ad un pubblico granata ansioso di un nuovo fantasista, conquistandosi la fiducia del tecnico De Biasi, che lo seppe gestire al meglio tra smania e giovane età. Una “A” mantenuta, al primo tentativo, in buona parte grazie a lui: ai suoi gol (miglior cannoniere della squadra), alle sue corse coast-to-coast, ai suoi assist. E alla sua capacità di adattarsi: prima a giocare in fascia, lui che è nato per fare il trequartista e svariare dietro ai centravanti; e poi, agli schemi, validi ma un po’ rigidi, di Zaccheroni, con il quale non sbocciò l’idillio.
"La seconda stagione nella massima serie non è stata memorabile come le due che l’hanno preceduta. Le attenuanti ci sono, è innegabile, e sono molte. Prima fra tutte, la più semplice e macroscopica: l’andamento della squadra tutta. Mediocre nella stagione della prima salvezza, era stata costruita per fare molto di meglio ma non l’ha assolutamente fatto; risultati quindi tali da permettere una stretta salvezza, ma con in più, rispetto all’anno prima, la cappa pesante della delusione. Poi, un infortunio. Un infortunio di quelli che rendono difficile capire quanto si può dare e che riesce difficile anche comprendere a chi ti segue. Intorno a Natale, le cure nella natìa Calabria, e un Rosina certo non in forma ma in grado di scendere nuovamente in campo. Menomato, non al top della sua abitualmente esplosiva condizione. E intanto, svanisce la Nazionale e l’Europeo. Ma resta il Toro: un Toro da salvare. In una stagione dove c’è stata anche la trattativa per il rinnovo contrattuale: estenuante, come ogni accordo economico, ma dall’esito positivo. Rosina rimane al Torino: forse altrove avrebbe guadagnato di più, ma avrebbe anche rischiato di non essere, lui così giovane, il giocatore importante che è in granata. Lui lo sa. Un connubio tra affetto e considerazioni sensate, una scelta felice.
"Anche nel corso della stagione, pur senza episodi gravi o di rottura (come quelli che hanno toccato, per esempio, Di Michele nelle ultime settimane), Rosina aveva dimostrato di non aver ancora trovato le misure giuste per la famosa fascia. Quando terminò il lungo silenzio-stampa societario, il primo a riprendere a parlare in pubblico fu ovviamente lui, e subito toppò: per tutto quel periodo, infatti, la versione della dirigenza era stata quella di un silenzio concordato con i giocatori, mentre ai microfoni Alessandro immediatamente dichiarò che la scelta era stata presa esclusivamente dall’alto e anzi contrastava con la volontà di molti di loro. Per quanto la sincerità sia un valore, all’interno di un’azienda lo è anche l’univocità. Nella conferenza-stampa successiva, Corini rappezzò, nel limite del possibile, il piccolo buco, senza bisogno di voli oratori ma offrendo una sensazione di unità e compattezza che mancava.
"Da uno come il regista, non foss’altro che per la grossa differenza di età, Rosina potrebbe imparare. Non se la prenderà certo per questo: il numero 10 ha forse peccato di ingenuità, di troppa sincerità, anche di leggerezza; ma non ha perso l’umiltà, questo no. Ed è stato sempre sincero anche con la tifoseria, guardandosi bene dal rilasciare dichiarazioni di amore eterno, senza mai negare l’affetto provato (e ampiamente ricambiato) per il pubblico e per la maglia. Anche relativamente al futuro prossimo: in occasione dell’ultimo impegno stagionale (l’amichevole di Cuneo), il Piccolo Principe si è sbilanciato solo nella misura di garantire la sua presenza all’apertura del ritiro estivo. Niente di più. Per rispetto dei tifosi e di tutti coloro che lo seguono.
"Ora Rosina lo sa: quella maglia la vestirà anche alla prima giornata di campionato. E se è in campo che ha sempre dato il suo meglio, i sostenitori del Toro si aspettano il meglio del suo meglio: quello che hanno visto con continuità per due anni, e molto meno nell’ultima stagione. Lo schema approntato da De Biasi dovrebbe favorirlo, e dargli la libertà necessaria per far rendere i giocatori come lui, che non dovrebbe così più “fare il terzino”, per usare le sue parole: una richiesta legittima e pacata, per quanto ingigantita ed esasperata dalle ansie estive.
"Foto: Maurizo Dreosti
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