L’anno scorso, i pali della porta siciliana ricacciarono in gola per ben due volte quell’urlo liberatorio di un gol che proprio non voleva arrivare. Alla fine, il Torino uscì dal “Barbera” con le ossa rotte, sotto le bordate della formazione di casa, capace di andare a bersaglio in quasi tutte le circostanze favorevoli e con l’amarezza di non aver capitalizzato le belle occasioni create dal suo “gioiellino”. Ad un anno di distanza, Alessandro Rosina ci riprova, scongiurando miglior sorte nelle sue parabole balistiche e con la consapevolezza che, almeno sulla carta, potrà contare sull’apporto di un organico compatto ed in grado di rendersi pericoloso in molteplici occasioni. Una sostanziale differenza rispetto all’anno scorso, quando il “piccolo principe granata” doveva arrabattarsi tutto solo nel cuore della difesa avversaria e cercare di sbrogliare, come meglio poteva, la matassa del gioco offensivo.Ora, tutto è cambiato. Il potenziale della truppa di Novellino, se a regime, è in grado di sfornare soluzioni tattiche, così diverse tra loro, da creare non pochi grattacapi agli avversari, costretti agli straordinari per contenere tutti gli elementi granata capaci di colpire. Soluzioni offensive più congeniali proprio ad un giocatore come Rosina, che in tal modo, viene finalmente sgravato da tutto il peso specifico dell’attacco, e potrà decidere come meglio approcciarsi al cuore della difesa avversaria. Con più spazi a sua disposizione, dunque, il numero 10 granata potrà costruirsi le sue scorribande, fatte di tecnica, velocità, improvvise accelerazioni e quel pizzico di imprevedibilità, che lo rendono estremamente pericoloso. A ciò, si deve aggiungere anche la sua maturità nel cercare nuovi espedienti per trovare la via del gol, come il “colpo” da fuori area; le sue doti di cecchino dal limite si stanno affinando, rendendo ancora più problematico, per chi gli sta davanti, assecondare il suo estro. Alessandro Rosina, dunque, potrebbe essere l’uomo in più per questa insidiosa trasferta siciliana; l’elemento-chiave per trascinare, qualora non fossero bastate le altre occasioni, la squadra in una partita gagliarda.Certo, la cabala non sorride affatto alla causa granata; Il Toro non vince a Palermo da 45 anni e nelle ultime 6 uscite è sempre stato sconfitto. Il trend negativo, però, non spaventa. Il suo giocatore più rappresentativo, quest’anno, è solidamente assistito dai compagni e lui, in questa stagione, non ha ancora mancato un appuntamento con il gol.
toro
Rosinaldo alla conquista di Palermo
L’anno scorso, i pali della porta siciliana ricacciarono in gola per ben due volte quell’urlo liberatorio di un gol che proprio non voleva arrivare. Alla fine, il Torino uscì dal “Barbera” con le ossa rotte, sotto...
© RIPRODUZIONE RISERVATA