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Si può dare di più…

di Salvatore D'Arienzo

Si può dare di più, così cantavano Tozzi, Morandi e Ruggeri nel 1987 e proprio parafrasando il titolo di...

Redazione Toro News

"di Salvatore D'Arienzo

"Si può dare di più, così cantavano Tozzi, Morandi e Ruggeri nel 1987 e proprio parafrasando il titolo di questo celebre pezzo della musica italiana si può riassumere la stagione appena conclusa di Nicola Ventola in granata. Dopo le 64 presenze ed i 21 goal in 2 anni, tra B ed A, con la maglia dell’Atalanta che lo avevano rilanciato in Italia, dopo la parentesi poco felice al Crystal Palace, sembrava nuovamente in ascesa la carriera dell’attacante barese. Il Toro lo acquista a costo zero proprio dagli orobici nel giugno del 2007 offrendogli un contratto biennale e il posto di prima punta al centro del reparto offensivo granata. Ma il 29enne centravanti numero 9, tra infortuni, cali di forma e passaggi a vuoto non riesce a dare alla causa, nel corso della stagione, quel che chi aveva scommesso su di lui si aspettava. Alla fine saranno 4 i suoi goal totali realizzati in campionato in 21 presenze, di cui soltanto 11 da titolare. La forma fisica perennemente precaria lo giustifica parzialmente, anche per questo motivo il suo impiego va scemando sempre più nel corso della stagione fino a farlo scomparire quasi del tutto dal campo nel girone di ritorno: 1113 i minuti giocati e ben 10 le sostituzioni subite; soltanto una volta quindi ha potuto dare il suo contributo per l’intero minutaggio di una partita.

"Le palesi colpe in fase realizzativa sono da condividere naturalmente con i compagni di reparto e con l’intera squadra ma resta il fatto che Ventola non ha mai dato l’impressione di avere quel ‘killer istinct’ sotto porta tipico di un grande bomber e nonostante l’impegno profuso nelle sue apparizioni in campo quasi mai è risultato decisivo. Eppure la stagione non inizia male; Novellino crede in lui fin da subito ed il goal arriva già alla seconda giornata contro la Reggina: colpo di testa a porta vuota su assist di Lanna a firmare il provvisorio 2-1, poi impattato nel finale dalla punizione di Cozza. Il tridente Rosina, Recoba, Ventola è in teoria quanto di meglio si possa desiderare in fase realizzativa, ma ben presto si rivela evanescente e poco compatibile. Anche perché per il centravanti pugliese cominciano i primi guai muscolari che gli fanno saltare le gare con Palermo, Siena e Parma prima di ritornare nel derby. Passerà più di un mese prima di rivedere il numero 9 granata in goal: contro l’Atalanta a Bergamo, realizzazione che dimezza lo svantaggio del Toro prima del pareggio finale di Motta, e poi due giornate dopo ad Udine, goal che tralaltro non serve ad evitare la sconfitta per 2-1. Nonostante la maggiore continuità di utilizzo si esaurisce qui in pratica il rapporto con il goal dell’ex atalantino; alla crisi di Ventola corrisponde quella dell’intera squadra: 2 sole vittorie nelle 19 partite del girone d’andata. I problemi offensivi si palesano di partita in partita in modo imbarazzante eppure nel mercato di riparazione nonostante i tanti nomi il reparto rimane invariato senza innesti, ma per il numero 9 la strada si fa ancora più in salita a causa della sempre più limitante condizione fisica (che ne condizionerà ancor di più la seconda parte di stagione) e soprattutto per la prepotente affermazione di Roberto Stellone fino ad allora caduto nel dimenticatoio della panchina granata. Ventola così scompare dai disegni tattici novelliniani e perde la priorotà in attacco ai danni dello stesso Stellone. Torna in campo a partita in corso contro il Parma e rischia di diventare l’eroe del match quando colpisce una clamorosa traversa al 90’. Poco altro da salvare nella sua stagione; il Toro è salvo ma lui non ne è stato, vuoi per sfortuna vuoi per colpe personali, uno dei principali artefici. Contro la Roma all’olimpico sigla il suo ultimo inutile goal stagionale, poi ci pensano Di Michele e soprattutto Rosina, contro Napoli e Livorno, a garantire un 2008-2009 in serie A ai granata.

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