di Edoardo Blandino
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Spalletti, l’amante del bel calcio
di Edoardo Blandino
Dopo il secondo posto nello scorso campionato e la vittoria della Coppa Italia, la Roma non è partita bene in questa stagione. Qualche risultato non positivo ha fatto...
"Dopo il secondo posto nello scorso campionato e la vittoria della Coppa Italia, la Roma non è partita bene in questa stagione. Qualche risultato non positivo ha fatto sprofondare i giallorossi in una crisi nera. Ma la vittoria in Champions League contro il Chelsea ha scacciato la crisi ed ora la squadra naviga a vele spiegate. Gran parte del merito è di Luciano Spalletti. 50 anni non ancora compiuti per il toscano, che inizia la sua carriera da mister ad Empoli (1993), subentrando a poche giornate dal termine e salvando la squadra dalla C2. Insieme a questo club Spalletti incomincia la sua striscia di successi, in cinque anni vince una Coppa Italia di Serie C e ottiene una doppia promozione approdando nella massima serie. Tra il 1998 e 2002 non vive annate brillanti allenando Sampdoria, Venezia, Udinese e Ancona. Colleziona qualche esonero di troppo, ma viene poi richiamato nel capoluogo friulano dal patron Pozzo. Qui rivela le sue capacità di allenatore, arrivando dopo tre stagioni in panchina, a conquistare il quarto posto e i preliminari di Champions League. Dal 2005 si trova nella capitale, sponda giallorosa. Alla guida di Totti e compagni ha ottenuto risultati importanti, tra cui va citato il record di 11 vittorie consecutive, infranto poi dall’Inter.
"Le squadre di Spalletti sono molto simili: piene di giovani e votate al bel gioco. “Non importa con quante punte giochi, dipende quanti giocatori attaccano” ripete sempre. A Empoli giocava con uno solo davanti, a Udine schierava il tridente, a Roma, fino all’anno scorso, c’era il Pupone con tre mezze punte dietro. Si tratta di uno dei pochi allenatori che, oltre a vincere, plasma il modo di giocare delle proprie squadre. Troppi mister si affidano all’estro e la forza dei propri giocatori, lui punta sul collettivo e sui movimenti in campo, provati e riprovati fino all’esaurimento in allenamento. Chi guarda le sue squadre si diverte. Spalletti ama attaccare, ma con criterio, ama sfruttare le fasce e le ripartenze, ama i tocchi di prima e il gioco veloce, ama vedere i centrocampisti inserirsi e segnare. E i giocatori, quando c’è lui in panchina, si divertono.
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