Steva, l’ora di riposare

di Valentino Della Casa - Tutti devono riposare. E Alen Stevanovic ne ha bisogno più degli altri. Il talentino granata, infatti, è diventato uno dei giocatori più impiegati da parte di mister Ventura. Per numerosi motivi, che vanno dalla grande qualità nelle giocate, alla capacità di saltare l'uomo con estrema facilità, alla mancanza di reali sostituti a causa dell'enorme sfilza di infortunati per quel settore del campo.Cominciano infatti a pesare molto le assenze di Guberti, Pagano e Surraco (Odu e Verdi sono sì recuperati, ma ancora non possono garantire la continuità di rendimento del loro quasi coetaneo Stevanovic), con Ventura che, di partita in partita, studia varianti tattiche, modificando il 4-4-2 di base in 4-3-3 o adattando giocatori al ruolo di esterno. In tutti i casi, comunque, l'ex giocatore dell'Inter resta una pedina fondamentale, ma dopo una sfilza di partite giocate a ritmi altissimi, comincia a farsi sentire il bisogno di riposare, che il mister avrebbe già voluto soddisfare, non fosse per questa maledetta contingenza.Probabile, dunque, che contro il Crotone per Stevanovic si profili un turno di meritato riposo. Il tecnico granata, infatti, starebbe valutando di ridare fiducia ad uno dei due giovanissimi giocatori scuola Milan (più probabilemente Verdi), o a Vives, spostandolo come già in altre occasioni quasi all'altezza dell'altro giocatore sulla fascia, in quel 4-3-3 mascherato che ha permesso al Toro di vincere numerose partite. In questo modo, neanche l'assenza di Bianchi peserebbe oltremisura su un modulo che non verrebbe snaturato (per maggiori informazioni, cliccare qui), e che permetterebbe addirittura di far rifiatare uno dei giocatori atualmente più importanti in rosa, come proprio Stevanovic. Un'ipotesi che prende sempre più corpo, considerando gli impegni decisamente importanti che il Torino dovrà affrontare (senza nulla togliere ai calabresi) dopo questa trasferta: Livorno, Padova e Pescara. Quando Steva dovrà essere più in forma che mai. Chi l'avrebbe mai detto, un anno fa.

(Foto: M. Dreosti)