GIANLUCA FERRERO
toro
Ti ricordi?
GIANLUCA FERRERO
Dunque vediamo…
Primi ricordi: un Alè Toro del ‘72 mi sembra, con me in foto da bambino, con didascalia che diceva: “Ecco il piccolo Gianluca pronto ad...
Dunque vediamo…Primi ricordi: un Alè Toro del ‘72 mi sembra, con me in foto da bambino, con didascalia che diceva: “Ecco il piccolo Gianluca pronto ad una bordata alla Puliciclone”. Una trasferta a Genova, pioveva e perdemmo contro i ciclisti con un gol annullato…ricordo la ra bbia di mio papà sugli spalti.Una trasferta a Verona…ricordo solo la trattoria.Tutto l’anno dello scudetto, in Maratona avevo 10 anni vicino alla solita balaustra, un tempo su una gamba e uno sull’altra di mio padre, che l’appoggiava strategicamente sopra.La Coppa Campioni col Borussia, vista a casa di Nuccio, un collega di mio padre, e la gioia perché la trasmettevano anche sulla tv a Torino (ricordate che nella città della partita veniva “criptata” con orribili film o telefilm?).Le varie coppe Uefa, Stoccarda su tutte ma anche bastia con la neve e i distinti pieni di francesi, Panathinaikos,Grassopers, Aberdeen, Nantes,…fino alle mitiche trasferte di Beveren e Innsbruk in pulmann con i fedelissimi e sempre mio papà.Spareggi coppa Uefa con la C-uve, scontri coppa Italia sempre con la C-uve, una partita coi ciclisti in Coppa Italia sospesa per pioggia per fortuna nostra…..In quell’occasione ricordo le risate fatte sulle scalinate della Maratona quando uscendo un bimbetto tutto felice e zuppo per mano ad un papà chiedeva spiegazioni della sospensione e per tutta risposta riceveva proprio dal suo genitore un coro non proprio d'incoraggiamento sulla Doria.Lì per lì non mi vedevo ancora per mano a Matteo fare simil figure al delle alpi.Figure poco educative, anzi per niente, ma che solo ora capisco quanto mi leghino a lui e come aiutino a creare un rapporto padre-figlio fatto di amicizia e passioni comuni.E le gioie? Mamma quante sono….Beh, la giornata scudetto merita più spazio, ma anche i derby del 3-2 o del più recente 3-3, ma ricordo anche i 2-0 nella nebbia , quando ancora in curva si facevano i funerali.Cosa voglio dire con tutto cio’…Ah, e le centinaia di domeniche in cui si giocava in trasferta, ma per degli anni pure in casa, in cui non vedevo giocare ma sentivo alla radio o autoradio le cronache spesso deludenti ma mai per me noiose.In questa insalata di ricordi scritti alla rinfusa vorrei solo lasciar traccia di come nasce una fede calcistica, una fede granata, chiamatela come vi pare, per me una passione insostituibile che mi è stata scritta nel patrimonio genetico da mio padre.Vorrei capire pure io scrivendo come è potuto accadere, come nascono certi sentimenti (riduttiva la parola) calcistici, ed è così che ho pensato di chiedere a lui di raccontarci le sue giornate granata, di quando era ragazzo e ha conosciuto Valentino di quando Maroso si è rotto il braccio sul muretto del Fila, proprio sotto di lui, di quando….Dai papà, inizia.“Sono anni che cantiam per Te…”
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dunque vediamo…
Primi ricordi: un Alè Toro del ‘72 mi sembra, con me in foto da bambino, con didascalia che diceva: “Ecco il piccolo Gianluca pronto ad...
Dunque vediamo…Primi ricordi: un Alè Toro del ‘72 mi sembra, con me in foto da bambino, con didascalia che diceva: “Ecco il piccolo Gianluca pronto ad una bordata alla Puliciclone”. Una trasferta a Genova, pioveva e perdemmo contro i ciclisti con un gol annullato…ricordo la ra bbia di mio papà sugli spalti.Una trasferta a Verona…ricordo solo la trattoria.Tutto l’anno dello scudetto, in Maratona avevo 10 anni vicino alla solita balaustra, un tempo su una gamba e uno sull’altra di mio padre, che l’appoggiava strategicamente sopra.La Coppa Campioni col Borussia, vista a casa di Nuccio, un collega di mio padre, e la gioia perché la trasmettevano anche sulla tv a Torino (ricordate che nella città della partita veniva “criptata” con orribili film o telefilm?).Le varie coppe Uefa, Stoccarda su tutte ma anche bastia con la neve e i distinti pieni di francesi, Panathinaikos,Grassopers, Aberdeen, Nantes,…fino alle mitiche trasferte di Beveren e Innsbruk in pulmann con i fedelissimi e sempre mio papà.Spareggi coppa Uefa con la C-uve, scontri coppa Italia sempre con la C-uve, una partita coi ciclisti in Coppa Italia sospesa per pioggia per fortuna nostra…..In quell’occasione ricordo le risate fatte sulle scalinate della Maratona quando uscendo un bimbetto tutto felice e zuppo per mano ad un papà chiedeva spiegazioni della sospensione e per tutta risposta riceveva proprio dal suo genitore un coro non proprio d'incoraggiamento sulla Doria.Lì per lì non mi vedevo ancora per mano a Matteo fare simil figure al delle alpi.Figure poco educative, anzi per niente, ma che solo ora capisco quanto mi leghino a lui e come aiutino a creare un rapporto padre-figlio fatto di amicizia e passioni comuni.E le gioie? Mamma quante sono….Beh, la giornata scudetto merita più spazio, ma anche i derby del 3-2 o del più recente 3-3, ma ricordo anche i 2-0 nella nebbia , quando ancora in curva si facevano i funerali.Cosa voglio dire con tutto cio’…Ah, e le centinaia di domeniche in cui si giocava in trasferta, ma per degli anni pure in casa, in cui non vedevo giocare ma sentivo alla radio o autoradio le cronache spesso deludenti ma mai per me noiose.In questa insalata di ricordi scritti alla rinfusa vorrei solo lasciar traccia di come nasce una fede calcistica, una fede granata, chiamatela come vi pare, per me una passione insostituibile che mi è stata scritta nel patrimonio genetico da mio padre.Vorrei capire pure io scrivendo come è potuto accadere, come nascono certi sentimenti (riduttiva la parola) calcistici, ed è così che ho pensato di chiedere a lui di raccontarci le sue giornate granata, di quando era ragazzo e ha conosciuto Valentino di quando Maroso si è rotto il braccio sul muretto del Fila, proprio sotto di lui, di quando….Dai papà, inizia.“Sono anni che cantiam per Te…”
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