Primo tempo. La partita non si caratterizza, da subito, per essere giocata su ritmi sostenuti; e questo non va certo a titolo di merito per il Torino, che più degli avversari dovrebbe andare all'arrembaggio. Quel che colpisce, per prima cosa, è l'atteggiamento del pubblico, specie nei confronti di Rosina: fischi ad ogni errore. Per il resto, tifo incessante. In campo, intanto, parte meglio l'Atalanta, che non tira in porta ma costringe Calderoni ad un paio di uscite ad alto coefficiente di difficoltà per anticipare i propri attaccanti lanciati a rete. Il Torino è troppo falloso in mezzo, e le iniziative granata sono timide. A Rosina non riesce nessuna invenzione, Diana e soprattutto Rubin sbagliano più di un cross. I due attaccanti si impegnano molto, ma non è sufficiente: i tiri in porta sono esattamente zero, fino a questo momento. Bravo Dzemaili in mezzo, forse il migliore dei suoi, nota positiva di una squadra su cui nel complesso è impossibile non esprimere un giudizio negativo. E' davvero difficile raccontare di più di un primo tempo in cui non è successo davvero quasi nulla; nel secondo tempo urge seguire il "consiglio" dello striscione che campeggia al centro della Curva Primavera, che incita i giocatori a "svegliarsi".
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Torino-Atalanta 2-1 Sintesi e commento
Primo tempo. La partita non si caratterizza, da subito, per essere giocata su ritmi sostenuti; e questo non va certo a titolo di merito per il Torino, che più degli avversari dovrebbe andare...
Secondo tempo. "Consiglio" seguito. E' un altro Toro, quello che torna in campo dopo il riposo. Innanzitutto negli uomini, dove Rosina è rimasto negli spogliatoi a vantaggio di Abate; e soprattutto nell'atteggiamento e nel gioco. Primi minuti arrembanti, con molte azioni offensive ed una spinta di squadra che schiaccia l'Atalanta; il Toro tiene alti i ritmi e dopo un quarto d'ora passa. Tre gol in due minuti sono uno spettacolo non frequente. Protagonista assoluto Matteo Rubin, autore del bel cross su cui Amoruso trova il tocco giusto per interrompere il digiuno granata e dell'iniziativa che porta alla respinta di Coppola su cui si avventa Stellone un minuto dopo (il bomber romano era stato autore anche dell'apertura in occasione della prima rete). Passano altri sessanta secondi, e mentre sugli spalti ancora si esulta per tanta grazia, ecco che il fato ricorda che stiamo sempre seguendo il Torino, per cui la sofferenza va subito ricreata: ci pensa Floccari, con un tocco che diventa un gol fantasma (ovviamente impossibile dagli spalti stabilire se Natali abbia respinto la palla dopo che questa avesse o meno varcato interamente la linea di porta). I ritmi rimangono alti, il Toro non rinuncia ad attaccare, con Abate che salta l'uomo e cerca la combinazione con uno Stellone in stato di grazie ed un Rubin molto intraprendente. L'Atalanta mette i brividi a Calderoni con un missile di Doni che gli fa scottare i guanti, poi i piani di De Biasi vengono mandati a monte da lla sfortuna che toglie dal gioco contemporaneamente due uomini, Pratali e Abate, fermati dai crampi: in campo Di Loreto e Colombo. I bergamaschi attaccano ma i granata si difendono bene, sfoderando 45 minuti di gioco e di carattere, come vorremmo vederne sempre e come ci auguriamo di vedere sempre più spesso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Primo tempo. La partita non si caratterizza, da subito, per essere giocata su ritmi sostenuti; e questo non va certo a titolo di merito per il Torino, che più degli avversari dovrebbe andare...
Secondo tempo. "Consiglio" seguito. E' un altro Toro, quello che torna in campo dopo il riposo. Innanzitutto negli uomini, dove Rosina è rimasto negli spogliatoi a vantaggio di Abate; e soprattutto nell'atteggiamento e nel gioco. Primi minuti arrembanti, con molte azioni offensive ed una spinta di squadra che schiaccia l'Atalanta; il Toro tiene alti i ritmi e dopo un quarto d'ora passa. Tre gol in due minuti sono uno spettacolo non frequente. Protagonista assoluto Matteo Rubin, autore del bel cross su cui Amoruso trova il tocco giusto per interrompere il digiuno granata e dell'iniziativa che porta alla respinta di Coppola su cui si avventa Stellone un minuto dopo (il bomber romano era stato autore anche dell'apertura in occasione della prima rete). Passano altri sessanta secondi, e mentre sugli spalti ancora si esulta per tanta grazia, ecco che il fato ricorda che stiamo sempre seguendo il Torino, per cui la sofferenza va subito ricreata: ci pensa Floccari, con un tocco che diventa un gol fantasma (ovviamente impossibile dagli spalti stabilire se Natali abbia respinto la palla dopo che questa avesse o meno varcato interamente la linea di porta). I ritmi rimangono alti, il Toro non rinuncia ad attaccare, con Abate che salta l'uomo e cerca la combinazione con uno Stellone in stato di grazie ed un Rubin molto intraprendente. L'Atalanta mette i brividi a Calderoni con un missile di Doni che gli fa scottare i guanti, poi i piani di De Biasi vengono mandati a monte da lla sfortuna che toglie dal gioco contemporaneamente due uomini, Pratali e Abate, fermati dai crampi: in campo Di Loreto e Colombo. I bergamaschi attaccano ma i granata si difendono bene, sfoderando 45 minuti di gioco e di carattere, come vorremmo vederne sempre e come ci auguriamo di vedere sempre più spesso.
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