"Era ormai un dato di fatto, ma adesso - dopo le dichiarazioni del patron granata Urbano Cairo che vi abbiamo riportato su queste colonne - assume tutti i crismi dell'ufficialità. L'annata del Toro, che ha abbandonato con grande rammarico e troppo anticipo la corsa europea, muove ora principalmente sui binari della crescita dei giovani profili che hanno occupato per parecchi mesi la panchina e ora hanno la possibilità di dare il proprio contributo.
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Torino, Cairo non mette pressioni: ma l’obiettivo giovani non è un ripiego
Le dichiarazioni / Il presidente granata si concentra ormai più sulla crescita dei talenti che sulla classifica in sé
"Boyé, Lukic e Gustafson stanno toccando per mano le difficoltà nel partire dagli 11: solo il secondo sembra già in grado di affrontare con discrete prestazioni anche avversarie del calibro i Roma e Fiorentina. Per gli altri, il tempo verrà: per questo Cairo ha insistito così tanto sul concetto di linea verde. Sena obblighi di classifica, insomma, il Torino vuole continuare a scoprire talenti, potendo permettere anche di rallentare a fronte di una spinta competitiva che appare al lumicino.
"Le risposte, com'è noto e giusto, arriveranno dal campo, e diranno chi dei nuovi arrivati potrà essere davvero considerato parte integrante del progetto Toro, assieme ad altri che potrebbero rientrare dai rispettivi prestiti (a proposito, Toro fai attenzione alle idee estere per Bonifazi). Nel frattempo, però, stop all'eccessiva ambizione nella rincorsa all'ottavo posto, che garantisce sì di entrare in Coppa Italia direttamente nel 2018 e non in avvio della stagione, ma d'altronde non presenta altri vantaggi che giustifichino la cieca rincorsa al risultato: "Non fa grande differenza" dichiara il patron granata. Perché se vincere è sempre bello e importante, oggi è prima di tutto fondamentale gettare le basi per la squadra del futuro; e, per far questo, sarà necessario passare dalla linea verde che ormai è la priorità conclamata di dirigenza e staff tecnico.
"Un discorso che vale a 360° gradi, e non va visto dunque come un obiettivo di ripiego dopo il fallimento dell'obiettivo Europa: il Torino, allo stato delle cose, non può prescindere dai propri giovani, che vanno coltivati con pazienza. Ora, il lungo finale di campionato offre ai granata tale opportunità: una chance che non va sprecata, per il bene dei singoli e del Toro.
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