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Torino: è quando non ci sono più obiettivi che si vedono i professionisti

ROME, ITALY - MARCH 13:  FC Torino team poses during the Serie A match between SS Lazio and FC Torino at Stadio Olimpico on March 13, 2017 in Rome, Italy.  (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Editoriale / I granata non rovinino quanto fatto fin qui: il gol di Keita resti un episodio isolato

Gianluca Sartori

"Partiamo da una precisazione: il Torino è un gruppo unito. Chi lo segue settimanalmente sa che non ci sono mai stati segnali di fratture e tutti hanno sempre remato dalla stessa parte. Ma qui si parla di altro: del fisiologico calo di motivazioni quando gli obiettivi del collettivo si riducono al "fare più punti del girone di andata". Quando la classifica dice che si è 13 punti lontani dalla zona Europa League e 24 punti sopra la terzultima. Ergo, restano dieci giornate di campionato senza nulla da chiedere.

 ROME, ITALY - MARCH 13: Balde Diao Keita of SS Lazio celebrates a second goal during the Serie A match between SS Lazio and FC Torino at Stadio Olimpico on March 13, 2017 in Rome, Italy. (Photo by Marco Rosi/Getty Images)

"Non dovrebbe accadere, visto che i calciatori sono lautamente pagati per correre dietro ad un pallone: ma chi ha giocato, o gioca, a calcio (anche solo chi lo guarda da tempo) sa che in genere una situazione di classifica tranquilla porta dirette conseguenze sulle prestazioni in campo. Tanto, che si vinca o si perda, cambia poco. Inconsciamente, il rischio di un rilassamento generale c'è. Subentra poi anche la stanchezza mentale, arrivati a fine stagione. E gol subiti come quello di Keita a Roma sono l'esempio concreto di questa tesi. Un gran destro, quello del ragazzo laziale, ma basta rivedere l'azione per capire come abbia avuto modo di controllare palla e guardare la porta, in mezzo a sei giocatori granata nei suoi dintorni che lo guardavano o poco più.

"Sono gol presi come questo che devono restare un episodio. Il Toro non è riuscito a restare attaccato alla corsa europea, salutandola già a febbraio, e le colpe sono da suddividere tra tutte le componenti. Quindi anche tra i giocatori. Ma al di là di questo, quello che conta è il "qui e ora". I granata ora non hanno più nulla da chiedere al campionato, ma è proprio in questa situazione che emerge chi sono i professionisti seri. In questa stagione, qualcosa di buono è stato fatto e il Toro non lo deve rovinare con un finale sciatto. C'è una maglia da onorare e, più concretamente, tutti i giocatori hanno qualcosa da dimostrare dal punto di vista personale e professionale, chi più chi meno. Soprattutto, questo gruppo ora si trova di fronte a un bivio, dimostrando di poter essere la base da cui il Torino può partire per fare il salto di qualità.