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Torino-Lazio, perché sì e perché no: due rivoluzioni a confronto

Due motivi per credere nei granata di Juric, altrettanti per temere l'avversaria di turno, in questo caso la Lazio di Maurizio Sarri

Silvio Luciani

Sono passate soltanto cinque partite di campionato dall'ultima sfida tra Torino e Lazio, eppure le squadre che si affronteranno alle 18:30 sono radicalmente cambiate. I biancocelesti troveranno un Toro diverso rispetto a quello di Davide Nicola che conquistò la salvezza proprio grazie al pareggio strappato con i denti dall'Olimpico. Al timone, ora, ci sono due allenatori diversi, Ivan Juric e Maurizio Sarri: sarà una sfida piena di significato per entrambi. I granata vogliono un altro risultato positivo dopo le vittorie contro Salernitana e Sassuolo, Sarri e i suoi vogliono lasciarsi alle spalle le ultime tre partite senza vittorie tra campionato ed Europa League. Come di consueto, nell'avvicinamento alla partita, analizziamo i temi più importanti elencando due motivi per cui credere nel Toro e altrettanti per temere l'avversaria di turno, in questo caso la Lazio di Sarri.

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