"Torino-Pescara: una partita, lo specchio di una stagione. L'appuntamento casalingo contro il fanalino di coda della Serie A, una squadra non adatta alla Serie A e allo sbaraglio anche per motivi ambientali, vedeva i granata essere costretti alla vittoria per iniziare a dare un senso a questo periodo magro di soddisfazioni e provare a intraprendere un percorso che deve portare a finire questa stagione nel migliore dei modi.
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Torino-Pescara: una partita, lo specchio di una stagione
Il punto / Sempre i soliti pregi (la potenza di fuoco dell'attacco) e sempre i soliti difetti (la tenuta mentale e la perforabilità difensiva). Il Toro torna alla vittoria ma i limiti restano e ora arrivano Roma e Fiorentina in trasferta
"La vittoria è arrivata e nel calcio è questo ciò che conta. I tre punti permettono a Mihajlovic di continuare a puntare agli obiettivi di classifica che si è prefissato: fare meglio della scorsa stagione, l'ultima con Giampiero Ventura in panchina, e portare a termine un girone di ritorno migliore del girone di andata, concluso a 29 punti. Tuttavia non si può fare a meno di notare che il match, per come si è svolto, ha messo ancora una volta in evidenza pregi e limiti di questo Toro, una squadra che merita la classifica che ha perchè qualità e demeriti si amalgamano l'una con gli altri, dando come risultato una squadra capace di tutto e il contrario di tutto, ma senza la solidità e la continuità per condurre un campionato di vertice.
"Per la terza volta in questa stagione, il Torino ha segnato cinque reti in una partita: era successo anche contro Bologna e Cagliari, ieri è stato il Pescara a subire la "manita". La potenza d'urto dell'attacco granata, pur venuta meno per qualche partita, non è in discussione. A febbraio ci sono già due giocatori in doppia cifra, Falque e Belotti, e potrebbero essere raggiunti ben entro fine stagione da altri due, Ljajic e Benassi. I numeri non mentono, Mihajlovic ha il quarto attacco del campionato e questo, oltre che la qualità e i meriti dei singoli, mette in evidenza anche la bontà del gioco offensivo granata. Aldilà della pochezza dell'avversario di ieri, la squadra ha nelle corde diverse soluzioni per andare a rete.
"A far da contraltare, i due difetti che tengono il Torino fuori dalla lotta per l'Europa League: la scarsa tenuta mentale e l'eccessiva perforabilità della difesa. Per un mix di responsabilità - della società che non ha potuto o voluto trovare delle alternative di qualità a difesa e centrocampo ma anche dell'allenatore che ancora non è riuscito a dare il giusto equilibrio alla squadra - la fase difensiva non è mai stata all'altezza di una squadra ambiziosa e lo testimoniano le 36 reti incassate, che collocano il Torino al 14° posto tra le difese del campionato. Inoltre, la squadra fatica ancora a leggere i momenti delle partite: una volta per mancanza di personalità e fiducia, l'altra per cali di concentrazione, in ogni match arrivano momenti di difficoltà che puntualmente terminano con reti incassate, nonostante la presenza di un grande portiere come Joe Hart: anche contro il Pescara chiamato a compiere interventi salva-risultato.
Qualità e pregi ormai risaputi, che la partita di ieri contro l'ultima in classifica sono emersi per l'ennesima volta. L'esito è stata una vittoria che rappresenta sì una boccata d'ossigeno, ma che non cancella tutti i dubbi accumulati in due mesi deludenti. Ora arrivano Roma e Fiorentina in trasferta, la nemesi di questa stagione. Una sola certezza: altri cali nel secondo tempo saranno puniti severamente. Vedremo cosa si inventeranno Mihajovic e i suoi ragazzi.
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