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Torino, tutti verso la Juve: Mihajlovic ha capito il derby

In conferenza / Identità e orgoglio: le leve del tecnico sono quelle giuste per caricare l'ambiente

Nikhil Jha

"Che Mihajlovic fosse un tipo da Toro lo si era capito già molte settimane addietro, sostanzialmente dalle sue prime parole in granata che sapevano di orgoglio e tremendismo. La settimana precedente al derby poteva essere in un certo senso il suo banco di prova per capire quanto avesse potuto capire uno che a Torino non ci è nato né cresciuto dell'anima granata, soprattutto di quella che esce fuori alla vigilia di una stracittadina: l'esame Mihajlovic l'ha passato alla grande, aprendo ai tifosi le porte dell'allenamento mercoledì e presentandosi con un colpo ad effetto alla conferenza stampa della consueta presentazione.

"Il tecnico granata, infatti, si è presentato al fianco di Marco Benassi e di alcuni ospiti tanto speciali quanto inattesi: Renato Cornaglia - detto Socrates - storico sostenitore della Maratona, il magazziniere più giovane Luca Finetto e Amos Ferrini, figlio dell'indimenticato storico capitano granata. Uno show inaspettato, con il quale Mihajlovic ha voluto - anche coreograficamente - mandare un chiaro messaggio ai rivali bianconeri che domani arriveranno al Grande Torino: non ci sono solo 11 uomini da affrontare, ma domani vi troverete davanti tutto il Mondo Toro.

"Parole significative per un popolo che fa dell'identità e della compattezza uno dei suoi punti di forza, che sente la necessità di restare spasmodicamente vicino alla squadra. Non solo il tecnico e il giocatore, ma anche i tifosi, chi lavora dietro le quinte e chi è prezioso testimone di una storia passata: una scena studiata e ad effetto, che rinfocola ulteriormente l'ambiente granata in vista di un derby che scalda non solo per le distanze ridotte rispetto al recente passato tra le due squadre, ma anche per la sensazione che oggi anche lo spogliatoio senta questa partita (quasi) quanto la piazza. La consapevolezza che in campo non scenderanno solo undici calciatori ma undici ambasciatori dell'essere Toro potrà cambiare le carte in tavola, nei 90' minuti e fuori da questi.