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Torino, un anno senza tifosi allo stadio. Per la riapertura si attende il nuovo governo

La ricorrenza / L’8 febbraio 2020 il Torino perdeva contro la Sampdoria nell’ultimo match giocato davanti ai tifosi

Redazione Toro News

Un anno e un giorno senza i tifosi granata allo stadio, senza la passione della curva Maratona e l’incitamento della curva Primavera e degli altri settori. Era l’8 febbraio 2020 quando il Torino ospitava la Sampdoria nella prima partita con Moreno Longo in panchina (negativo fu il risultato finale di 1-3). Di lì a poco lo scoppio della pandemia ha inciso pesantemente anche sul calcio italiano, sebbene per tutto il mese le partite si giocarono ancora a porte aperte (il Torino giocò il 29 febbraio a Napoli ancora col pubblico allo stadio). Con il mese di marzo le cose sono precipitate e il resto è stato storia, con la sospensione del campionato per tre mesi e la seguente riapertura estiva a porte rigorosamente chiuse. Nelle prime giornate di questa stagione, quando la seconda ondata non era ancora esplosa in tutta la sua violenza, ci fu qualche timida riapertura. A settembre, infatti, il Torino ha giocato davanti a un migliaio di tifosi le partite interne con Atalanta e Cagliari: pochi fortunati hanno potuto riassaporare lo stadio, poi la situazione pandemica è nuovamente peggiorata e le porte degli stadi si sono richiuse sebbene il campionato sia andato avanti.

STALLO ATTUALE – Il presidente granata Urbano Cairo, sul finire del 2020, ha espresso a più riprese l’auspicio che venisse autorizzata una parziale riapertura degli stadi, incassando anche qualche apertura da parte delle autorità federali e statali, ma poi la fine del governo Conte 2 ha ovviamente messo in stand-by una serie di cose tra cui la possibilità di rivedere qualche tifoso allo stadio. Al momento, si rimane alle ultime dichiarazioni rilasciate dal presidente federale Gabriele Gravina. “C’è stato un incontro positivo col Comitato Tecnico-Scientifico per parlare dell’Europeo a Roma – ha detto al Corriere della Sera lo scorso 5 febbraio -. Non ci sono preclusioni, nemmeno nei confronti dei tifosi di altre nazionalità. Stiamo anche discutendo di una parziale riapertura per il campionato. Speriamo che la pandemia non ci giochi un brutto scherzo proprio ora. Sono ottimista, aspettiamo l’insediamento del nuovo governo”. Anche il calcio dunque attende di capire da chi sarà composto il governo Draghi e, dunque, chi saranno gli interlocutori statali che dovranno apporre le firme sui decreti.