"Decidessero mai di girare un remake de 'I Soliti Sospetti' in Italia, due protagonisti nella banda li avremmo già. Perchè Urbano Cairo e Giampiero Ventura in questi giorni sono stati abilissimi ad interpretare la parte, a vestire i panni di Kevin Spacey che ciurla nel manico per tutta la storia infinocchiando gli investigatori mentre solo alla fine si svela per essere il vero Keyser Söze, cattivo di turno e ormai imprendibile.FISCHI PER FIASCHI - Cattivi o meno che siano (non spetta a noi giudicare) i due che sostanzialmente hanno in mano i destini di questo Toro negli ultimi giorni sono stati abilissimi a spostare l’attenzione su tutto tranne che sulla squadra. Il leit motiv, quasi fosse un mantra ripetuto più volte in privato, è stato quello dei fischi. Sbagliati, indubitabilmente, quelli di Giacomelli che ha costretto il Toro ad inventarsi un’altra partita mentre nella prima tutto sommato teneva botta. Incoerenti quelli della curva, o almeno di una buona parte, che mal sopporta Meggiorini e lo dà ampiamente a vedere senza concedergli il beneficio del dubbio.
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Toro, cosa c’è sotto i fischi?
Decidessero mai di girare un remake de 'I Soliti Sospetti' in Italia, due protagonisti nella banda li avremmo già. Perchè Urbano Cairo e Giampiero Ventura in questi giorni sono...
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"TORO POCO CINICO - Tutto giusto e bene hanno fatto i due a sottolinearlo. Però non sono stati capaci di andare oltre, di spiegare il perché di questo ottobre fatto di sofferenze e magre, soprattutto di un non gioco che nessuno francamente si attendeva. Bergamo paradossalmente è stato il crocevia negativo di questo inizio campionato perché ha illuso e deluso, mostrando un Toro che può essere così ma che solitamente non lo è. Mancano gli spazi? Vero, è successo persino contro Stramaccioni: eppure al tirar delle somme è stato il romano a portarsi a casa tre punti e da allora ha continuato a giocare sempre così, poco spettacolare e molto cinico, tanto da aver risalito la classifica. Invece Bianchi e compagni a furia di giocare di fioretto hanno dimenticato la clava. E questo con i fischi di Giacomelli, più che con quelli della curva, nulla c’entra.
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"BIANCHI RESTA UN CASO - Poi arriveremo a gennaio e cominceranno a presentarsi i conti. La rosa quantitativamente c’è, qualitativamente no: troppi doppioni (solo i terzini sinistri sono tre) e buchi evidenti come quelli di un regista e una seconda punta di livello. Senza dimenticare i casi sospesi, come quello di Rolando Bianchi: ancora una volta il presidente non ha dato tempi, quando invece sarebbe servita una presa di posizione chiara; ancora una volta Riccardo Bianchi ha tirato la volata a suo fratello, ché l’interesse del Napoli mai come ora con Cavani dato per partente a fine stagione si è fatto reale.
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"MARKETING SCONOSCIUTO - Oltre al mercato anche la gestione complessiva della società non convince: vero è che in Italia, numeri alla mano, siamo anni luce lontani da quello che è il reddito derivante dal marketing, in primis dal merchandising. Ma in questo campo il Toro arriva sempre con la cavalleria quando Fort Alamo è già stato sconfitto e distrutto. Pochissime iniziative per i tifosi, co-marketing con altre realtà cittadine o meno, collaborazioni fattive con gli sponsor. E allora è solo un problema di fischi? Bravi loro a dirlo, ma ci crediamo poco.Federico Danesi(foto M.Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Decidessero mai di girare un remake de 'I Soliti Sospetti' in Italia, due protagonisti nella banda li avremmo già. Perchè Urbano Cairo e Giampiero Ventura in questi giorni sono...
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"TORO POCO CINICO - Tutto giusto e bene hanno fatto i due a sottolinearlo. Però non sono stati capaci di andare oltre, di spiegare il perché di questo ottobre fatto di sofferenze e magre, soprattutto di un non gioco che nessuno francamente si attendeva. Bergamo paradossalmente è stato il crocevia negativo di questo inizio campionato perché ha illuso e deluso, mostrando un Toro che può essere così ma che solitamente non lo è. Mancano gli spazi? Vero, è successo persino contro Stramaccioni: eppure al tirar delle somme è stato il romano a portarsi a casa tre punti e da allora ha continuato a giocare sempre così, poco spettacolare e molto cinico, tanto da aver risalito la classifica. Invece Bianchi e compagni a furia di giocare di fioretto hanno dimenticato la clava. E questo con i fischi di Giacomelli, più che con quelli della curva, nulla c’entra.
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"BIANCHI RESTA UN CASO - Poi arriveremo a gennaio e cominceranno a presentarsi i conti. La rosa quantitativamente c’è, qualitativamente no: troppi doppioni (solo i terzini sinistri sono tre) e buchi evidenti come quelli di un regista e una seconda punta di livello. Senza dimenticare i casi sospesi, come quello di Rolando Bianchi: ancora una volta il presidente non ha dato tempi, quando invece sarebbe servita una presa di posizione chiara; ancora una volta Riccardo Bianchi ha tirato la volata a suo fratello, ché l’interesse del Napoli mai come ora con Cavani dato per partente a fine stagione si è fatto reale.
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"MARKETING SCONOSCIUTO - Oltre al mercato anche la gestione complessiva della società non convince: vero è che in Italia, numeri alla mano, siamo anni luce lontani da quello che è il reddito derivante dal marketing, in primis dal merchandising. Ma in questo campo il Toro arriva sempre con la cavalleria quando Fort Alamo è già stato sconfitto e distrutto. Pochissime iniziative per i tifosi, co-marketing con altre realtà cittadine o meno, collaborazioni fattive con gli sponsor. E allora è solo un problema di fischi? Bravi loro a dirlo, ma ci crediamo poco.Federico Danesi(foto M.Dreosti)
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