"di Nino Mancini
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Toro: è qui la festa?
di Nino Mancini
Cominciamo dalla fine. Farina fischia e inizia la festa: Jimmy Fontana è gia da qualche minuto vicino a Taibi, lato Maratona,...
"Cominciamo dalla fine. Farina fischia e inizia la festa: Jimmy Fontana è gia da qualche minuto vicino a Taibi, lato Maratona, Muzzi corre verso la curva togliendosi nuovamente la maglia, come dopo il secondo gol, per un mezzo giro di campo in solitudine, quasi a ricordare quel sabato mattina di settembre, quando scese dall’aereo e si precipitò nel ritiro del nuovo Toro per mettersi a disposizione per la prima di campionato dopo qualche ora contro l’Albinoleffe. Ieri sera allo stadio prima della partita, chiacchierando con alcuni tifosi che seguono il Toro da decenni, mi ricordano che loro sono abituati alle emozioni forti, e ahimè, anche al destino beffardo. Mi elencano Superga, lo scudetto revocato, l’anno del mancato titolo per un punto, il palo di Amsterdam e la beffa dello scorso anno. Alla fine, mentre Cairo, De Biasi e i giocatori tutti fanno il giro di campo, vedo qualche lacrima scendere da un anziano signore sedutomi accanto, quasi fosse una liberazione; i bambini che abbracciano i papà e la Maratona che continua incessantemente ad incitare i suoi beniamini, quasi la partita non fosse ancora finita. Un amico mi dà una pacca sulla spalla e mi sussurra che almeno per l’anno prossimo il derby non si gioca….peccato, i cugini andranno a Frosinone, se saranno fortunati.
"Scorrono nella mente alcune emozioni assaporate in questi mesi: esaltazione per la partenza, stupore misto a rabbia nei mesi di gennaio – marzo, speranza per la rimonta che ci riporta ad un passo dalla A diretta, ed ancora sofferenza nella doppia finale playoff. Lasciamo il commento della partita ad altri servizi, e spendiamo qualche parola per i ragazzi che hanno dato l’anima sul tappeto di gioco, da Rosina fantasista e motorino instancabile a capitan Brevi, recuperato dopo gli svarioni del Martelli;da Muzzi sempre generoso a Lazetic, un folletto sulla fascia; da Longo, un monumento in mezzo al campo, fino a Doudou, chiamato all’ultimo a sostituire Melara. Ma una citazione particolare merita il pubblico del Delle Alpi; la leggenda dice che la Maratona sia il dodicesimo giocatore, credo che ieri sera lo stadio tutto sia stato il tredicesimo uomo in campo, con un calore che non ha mai abbandonato la squadra, sia quando non riusciva a sbloccare il risultato nel primo tempo, che quando rimasta in dieci per la dissennata espulsione di Fantini, ha rischiato l’eliminazione negli ultimi minuti del supplementare.
"E adesso avanti con le feste, le celebrazioni, i dovuti ringraziamenti a questa squadra che ha sempre creduto nella promozione, dal presidente Urbano Cairo all’allenatore Gianni De Biasi, fino ai 23 componenti la rosa, pronti a far gruppo nei momenti più delicati. E dopo la gioia l’auspicio di costruire un gruppo che ci consenta di affrontare la massima serie senza le sofferenze delle ultime apparizioni, magari con un gioco dignitoso e una salvezza conquistata con qualche giornata d’anticipo.
"Il sogno l’abbiamo già avuto per regalo stanotte.
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