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Toro-Foschi, non è rimasto nulla

Undici mesi e mezzo tanto intensi quanto improduttivi. E alla fine soltanto macerie sulle quali ricostruire è stato ancora più difficile,...

Federico Danesi

"Undici mesi e mezzo tanto intensi quanto improduttivi. E alla fine soltanto macerie sulle quali ricostruire è stato ancora più difficile, così come mantenere rapporti improntati alla civiltà. Domenica le strade di Urbano Cairo e Rino Foschi ancora una volta s’incroceranno, magari questa volta con una stretta di mano.UN ANNO PERICOLOSO - Doveva essere il messia, l’uomo di Cesena. Lo era anche per molti tifosi che avevano benedetto il suo arrivo nel gennaio 2009 come vero colpo di mercato perché forse per la prima volta nell’era Cairo c’era un uomo adatto anche a ricoprire quel ruolo di raccordo tra società e Palazzo. C’era un Toro da rifare completamente e in estate le casse tornarono a riempirsi, tanto che lui se n’è sempre fatto un vanto: “Al presidente avevo fatto incassare 18 milioni con Rosina, Dzemaili e Natali più il resto e avevamo costruito una squadra competitiva. Ma il suo grazie non è mai arrivato”.

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"PASSA ALLA CASSA - In realtà tanto competitiva non era, ché a gennaio era già da fiatone e c’era da rimettere mano al portafogli. “Colpa dello spogliatoio” disse Foschi che aveva già pronte le contromosse, come se una squadra di calcio si fosse in realtà trasformata in un Risiko. Ma l’arrivo di Petrachi ha cambiato tutto e a voler fare dietrologia un po’ di ragione il buon Rino e l’ha pure: l’attuale ds sembra più uomo d’apparato, pronto a seguire fedelmente le linee dettate dal presidente mentre lui era più creativo. Dice che stava per prendere Maxi Lopez a poco e Abel Hernandez a nulla, ovviamente sappiamo tutti com’è andata a finire.

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"PADOVA AMARA - Poi il secondo capitolo un anno fa, più o meno di questi tempi. Il blackout di Padova, le stilettate al suo vecchio datore di lavoro, la rivelazione pubblica che il giudice Valente in realtà non poteva decidere in quanto contiguo a Cairo, quattro mesi per una sentenza e l’ennesima beffa. Certo non colpa di Foschi, ma per lui è stata una rivincita, ancorché amarissima per come si è chiuso.

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"AFFARI IN CORSO - Oggi si può aprire un capitolo nuovo, i toni si sono smorzati e gli angoli smussati. Tanto che il reprobo Petrachi potrebbe pure tornare a fare affari con lui, come dimostra l’interesse per Cerci e i giocatori che nell’affare potrebbero entrare. In fondo il calcio, almeno per come lo intendono oggi, è anche questo: litigare di giorno e far bisboccia assieme la sera. Perché in fondo basta sistemare le casse, alla faccia dei tifosi.Federico Danesi(foto M.Dreosti)