"di Alessandro Salvatico
toro
Toro inconsueto
di Alessandro Salvatico
C’era gioia, negli occhi della gente granata, ieri sera all’Olimpico; e non potrebbe essere diversamente, dopo un risultato come quello ottenuto dalla...
"C’era gioia, negli occhi della gente granata, ieri sera all’Olimpico; e non potrebbe essere diversamente, dopo un risultato come quello ottenuto dalla formazione di Colantuono contro l’Empoli. Ma c’era anche un po’ di incredulità, un pizzico di tranquillo stupore; sentimenti, questi, che fanno capire come quegli occhi possano appartenere solo ai tifosi del Toro.Sì, perché il pubblico della maggior parte delle squadre, dopo una larga e convincente vittoria, si limiterebbe a goderne, dimenticandola poi per passare alla partita successiva e sperando legittimamente di ripetersi. Il granata, invece, è propenso -per abitudine- ad aspettarsi così poca fortuna che pensa forse che, quando ne riceve un po’, poi dovrà pagarla cara.
"Per questo, dopo il 3-0 di Grosseto ben pochi avrebbero scommesso di potersi ripetere. L’ultima volta che il Toro si era permesso di godere così tanto, alla prima del campionato precedente, il contrappasso si sarebbe rivelato sproporzionato: tanta, tanta sportiva sofferenza (e retrocessione). E dopo aver visto, per due anni o forse tre, agitarsi sul terreno di gioco una squadra che per segnare una rete deve sperare in una congiuntura astrale favorevole, o -in (persin più difficile) alternativa- creare almeno una ventina di palle-gol, ecco che s’avanza quella lieve incredulità nel vedere i ragazzi in maglia granata farne tre, di nuovo, senza poi dannarsi l’anima come disperati per riuscirci. Correndo, impegnandosi, tornando e ripartendo; ma, tutto sommato, con relativa tranquillità, e con una percentuale realizzativa altissima, se si conteggiano le conclusioni totali verso la porta empolese (non poi moltissime).
"Forse superfluo, ma comunque utile, ripetere che siamo ad Agosto, ed è pertanto estremamente presto per pronunciamenti definitivi. L’undici di Colantuono è ordinato e compatto, rafforzato ulteriormente da un mercato fatto per tentare di vincere la Serie B. Ma i granata, ieri, hanno presentato ai tifosi di casa delle novità assolute.Perché un Toro che non soffre è cosa cui la gente è scarsamente abituata. Un Toro che pazienta, gestisce, controlla e poi colpisce; che non si spaventa (e non spaventa il proprio pubblico), è cosa nuova. Vedere gli attaccanti che guardano la porta e la trovano, cinque volte in due partite, è diventato inconsueto, per chi era abituato a Natali e Dellafiore capocannonieri (o quasi) di una squadra asfittica. Ed è strano e bello vedere una gara in cui tutto va liscio, con perfino il gol del difensore da recuperare alla causa. E’ presto, senz’altro, ma intanto, viva il nuovo Toro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA