toro

Toro, le tattiche di Mihajlovic: movimento senza palla, chiave non solo in attacco

L'analisi / Lo sforzo non si rivolge soltanto agli attaccanti granata, ma tutta la squadra partecipa per agevolare al meglio la manovra

Nikhil Jha

"Anche se agli avversari può apparire come un Toro che carica a testa bassa, per la corsa e l'intensità che il gruppo di Mihajlovic ha dimostrato di saper e poter mettere sul campo, l'atteggiamento della squadra granata è tutto fuorché casuale: istintivo, certo, sanguigno, ma sempre studiato fino ai dettagli. Ne abbiamo già parlato pochi giorni fa (QUI i dettagli), riguardo al movimento peculiare da parte delle ali. Come è facile immaginare, però, non sono solo loro a contribuire alla manovra, ma è tutta la squadra che dà il suo contributo, soprattutto un costante e studiato sistema di movimenti senza palla, a partire dalla propria metà campo.

"L'esempio più evidente emerge dalle situazioni di rimessa da fondo campo, quando Joe Hart deve decidere da chi far ripartire l'azione. Nel caso l'avversario sia particolarmente aggressivo, esso salirà per andare a schermare il passaggio ai centrali difensivi ed ai terzini. Dove dunque si prospetterebbe un lancio lungo, il Torino prova però ad uscirne ancora in maniera ragionata, abbassando un centrocampista o gli stessi esterni d'attacco di cui sopra. Contro il Cagliari, ad esempio, si è visto scendere fin quasi alla propria area di rigore giocatori come Baselli e Iago Falque, che si sono venuti a prendere il pallone molto più in basso della loro zona di copertura del campo, per agevolare l'uscita palla a terra della squadra. Con il pallone in movimento, invece, decisivo è l'apporto di Mirko Valdifiori, abile a liberarsi della marcatura avversaria attraverso un costante movimento a pendolo lungo l'asse verticale del campo: un movimento che gli permette sia di farsi sempre trovare libero dalla marcatura sia di non lasciare punti di riferimento agli avversari pur rimanendo al centro del gioco granata.

"C'è grande differenza rispetto agli anni della gestione Ventura, quando l'uscita della palla dalla difesa era guidata da princìpi assai più rigidi, che si servivano soltanto del movimento degli esterni per aprire il campo in copertura, concentrando poi la maggior parte dei movimenti nella fase offensiva. Oggi, invece, è tutta la squadra a muoversi, con un atteggiamento più partecipe ma anche più stancante. La gestione delle forze, infatti, è il passo successivo che dovrà permettere ai granata di restare attaccati alla partita per 90', senza cali di tensione.