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Toro, mai lo stesso undici

Va bene la rosa ampia, male necessario di questo calcio moderno che tritura muscoli e fisici senza soluzione di sosta. Ma probabilmente anche Gianpiero Ventura, all’ottava di campionato che sta per approssimarsi, non avrebbe mai...

Federico Danesi

Va bene la rosa ampia, male necessario di questo calcio moderno che tritura muscoli e fisici senza soluzione di sosta. Ma probabilmente anche Gianpiero Ventura, all’ottava di campionato che sta per approssimarsi, non avrebbe mai immaginato di essere sceso in campo con sette formazioni diverse e di doverla cambiare ancora in corsa.GILLET, UNICO CERTO - Certo, infortuni e squalifiche sono sempre dietro l’angolo. Eppure degli undici che aveva in testa da inizi stagione, ché tutti sono utili ma alcuni molto più degli altri, il solo Gillet ha risposto sempre presente mentre tra infermeria piena, squalifiche e scelte dell’allenatore da Siena alla sosta si è sempre visto un Toro diverso, negli uomini e qualche volta anche negli schemi, e così sarà anche domenica a Palermo.

QUALE SCHEMA? - La prima discriminante sta nel modulo, con la possibilità che Ventura voglia coprirsi maggiormente contro le scorribande offensive degli esterni di Gasperini puntando su un finto 4-3-3 con Vives dal primo minuto come successo a Siena ma anche con l’Udinese. Pensando invece che riproponga il quartetto d’archi in avanti toccherà a Cerci e Stevanovic, con Bianchi e Sansone (ad oggi favorito) in mezzo.