" Sognare ha il suo perché. Ma anche il suo lato negativo. E se ci chiudono la porta dei sogni, siamo già morti diceva una volta Roberto Benigni. Il Toro è vero è morto, risorso, morto di nuovo e risorto ancora, come una nuova fenice che nasce dalle ceneri di quella vecchia. Primo Levi, riguardo al sognare, risponderebbe più o meno così: Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta. E anche questo è vero, alla luce della sconfitta contro il Bologna e alla delusione dei tifosi. Sconfitta quanto mai inaspettata e rumorosa, come un masso che si stacca dalla montagna spazzando via tutto quello che incontra sul suo cammino. Il Torino di questo ultimo è, a memoria, il migliore del nuovo millennio sicuro secondo solo alla corazzata di Mondonico dei primi anni '90.
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Toro, puoi o devi sognare?
I tempi dell'Europa non sono ancora arrivati, e il Torino non è ancora pronto. Il futuro, però, riserva sempre delle sorprese
"Incantesimo rotto? Ma va, siamo ancora forti! Una sconfitta ci può stare e poi Hai visto che sfiga? I granata, domenica scorsa, hanno giocato sì ben al di sotto degli standard a cui siamo abituati, ma la sconfitta è in gran parte figlia di un calo generale (fisiologico; d'altronde, sarebbe stato impossibile mantenere quel ritmo) e di alcune episodi a sfavore, come i legni centrati da Glik e Cerci. Tuttavia, non è il caso di farne una tragedia e di fomentare false paure fini a sé stesse. Il Torino, come dice la classifica, è in una posizione che rispecchia ampiamente i valori espressi in campo (errori arbitrali a parte): 33 punti, meno 7 alla salvezza con ancora 15 partite da disputare. I numeri parlano chiaro, almeno in questo caso.
"Quindi sognare per il Torino è permesso? Il Toro può o deve sognare e ambire a traguardi importanti? Per l'Europa i tempi forse sono ancora acerbi, la mela non è pronta per essere colta. Il Torino, però, non può non permettersi di sognare e di credere che un futuro, migliore del presente, esiste ancora.
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