Un punto in due partite. Difficile immaginare un ritorno in serie A meno amaro per il Toro. L’avventura granata di mister Zaccheroni ha avuto il pregio di cominciare con il pareggio della determinazione contro il Parma e il difetto di proseguire con una sonora batosta con l’Udinese, una partita che l’allenatore aspettava con ansia e aveva sempre vinto finora. Lungi dal voler cominciare processi prematuri è bene però cercare di capire quanto sta accadendo nel cantiere rappresentato dal “progetto-Toro”. Lasciamo da parte la considerazione che, con lo stesso ruolino di marcia De Biasi sarebbe probabilmente saltato, e soffermiamoci su schemi, ruoli e giocatori alternati nei primi 180’ minuti dal tecnico cesenate.
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Toro: troppo brutto per essere vero
Un punto in due partite. Difficile immaginare un ritorno in serie A meno amaro per il Toro. L’avventura granata di mister Zaccheroni ha avuto il pregio di cominciare con il pareggio della determinazione contro il Parma e il difetto di...
Sia con il Parma che con l’Udinese si è cominciato con il 4-2-3-1 lasciando in panchina l’attaccante più in forma, Stellone, a beneficio di un trequartista, Fiore, fortissimamente voluto in estate da Cairo e già allenato dal mister con alterne fortune. Risultato il ragazzo ha giocato bene a sprazzi facendo vedere belle cose con Barone e soprattutto Rosina, ma pagando anche la preparazione non certo serena fatta a Valencia nel pre-campionato. Rosina si è visto cambiare più volte di posizione: da destra al centro e di nuovo a destra, dimostrando di rendere meno del previsto sulla fascia. Lazetic e Konan, alternati in partenza sulla destra hanno fatto sicuramente meglio ma sono calati alla distanza o sono stati sostituiti forse fin troppo presto, come a Udine. Tanto è vero che se prima il gioco passava spesso dov’era il serbo, a prescindere dalla fascia di competenza, uscito lui e entrato Gallo l’azione si è canalizzata centralmente favorendo gli interventi della difesa ospite. In difesa poi, Balestri ha confermato la sua allergia agli attaccanti veloci, suscitando più di un dubbio sulla copertura del settore sinistro del reparto.
In avanti, Abbruscato impiegato come unica punta, è stato costretto troppe volte a giocare di sponda o spalle alla porta ricevendo pochissimi palloni giocabili di fronte al portiere e, soprattutto a Udine, è stato sfortunato. La nota positiva rimane che complessivamente, in due incontri, ha avuto almeno 6 occasioni limpide per buttarla dentro e non è poco per un debuttante. Lascia semmai perplessi l’abbandono della coppia d’attacco Elvis-Stellone che aveva il pregio di essersi collaudata durante il fallimentare pre-campionato dove aveva sì sprecato molto, ma sempre creato anche in velocità e giocando di prima.
Con l’Udinese sono poi stati provati in corsa almeno altri 3 moduli: con l’ingresso di Gallo al posto di Lazetic si è passati al 4-3-2-1, poi l’uscita di Rosina per Stellone ha portato al 4-3-1-2, con Fiore a sostegno del tandem offensivo e infine l’uscita del fantasista per Muzzi ha visto disegnarsi il 4-3-3, il tutto in meno di 45’ minuti. Roba da far girar la testa anche al più esperto dei matematici.
A ciò va aggiunto che fino a 10 giorni fa con De Biasi si privilegiava un gioco che aveva la sua sorgente in prevalenza sulle fasce, mentre Zaccheroni predilige le soluzioni centrali con un centravanti boa e due che ruotano attorno chi più largo su una fascia chi più arretrato, ispirati da un regista vecchio stampo come Gallo. La nota positiva è rappresentata dalle prime mezze ore di buon gioco messe in mostra sia a Torino che a Udine e da cui bisogna ripartire. L’impressione è che in Friuli sia capitata la classica giornata storta da una parte e favorevole agli avversari dall’altra, perché è venuto meno anche il tremendismo granata messo in mostra contro il Parma.
Sotto questo aspetto ben venga la partita con il Siena, mercoledì, sperando di recuperare al meglio energie mentali e chiarezza d’intenti.
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