"Squadra che vince non si cambia. Figuriamoci, poi, quando al malcapitato avversario di turno vengono rifilati cinque “schiaffoni”. E così, salvo improvvisi acciacchi dell’ultima ora, il tecnico rossonero Carlo Ancelotti non dovrebbe stravolgere più di tanto la formazione che ha dominato a Marassi, in occasione dell’anticipo casalingo di sabato sera contro il Torino. Per l’entourage milanista, si tratta di una ghiotta opportunità per continuare la serie positiva e riprendere quel cammino che in campionato, la formazione milanese, ha già visto interrompersi troppe volte, soprattutto tra le mura amiche. Anzi, davanti al proprio pubblico il Milan, in questa stagione, non ha ancora ottenuto i tre punti, segno di una difficoltà a far gioco e ad andare in rete che, probabilmente, viene meno lontano da San Siro.Contro il Toro, però, il blasone impone di fare la partita e, dunque, di attaccare subito l’avversario per mettere prima possibile al sicuro il risultato. Per farlo, Ancelotti si affiderà alla sua formazione migliore con Ambrosini o addirittura Emerson, al posto di Brocchi, reduce dalla buona prestazione contro la Sampdoria, ma con troppa fatica nelle gambe. Per il resto, in campo, il consueto modulo ad albero di Natale, simile peraltro a quello che metterà in campo il suo dirimpettaio granata. Formazione, dunque, confermata al 99% con Dida tra i pali, la difesa a quattro formata da Bonera, Nesta, Kaladze, Serginho, i trio dei centrocampisti con Gattuso, Pirlo e Ambrosini, le due mezze punte Kakà e Seedorf, l’unico attaccante puro, Gilardino, sbloccatosi ormai dall’astinenza realizzativa e tornato ad essere quell’implacabile predatore d’area.In caso di difficoltà, inoltre, un aiuto fondamentale potrà arrivare dai rincalzi con Pippo Indaghi, in prima linea, pronto a aumentare il peso offensivo della manovra qualora il risultato non si sbloccasse. Ambiscono, inoltre, a scampoli di gioco, il veterano Cafù, ultimamente a proprio agio nel rilevare i compagni più affaticati durante lo svolgersi del match e due elementi di grosso calibro come Emerson e Gurcouff.
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Un Milan galvanizzato dopo la Samp
Squadra che vince non si cambia. Figuriamoci, poi, quando al malcapitato avversario di turno vengono rifilati cinque “schiaffoni”. E così, salvo improvvisi acciacchi dell’ultima ora, il...
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