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Un Toro da zero… espulsioni!

Se una squadra si riconosce dal carattere del proprio allenatore, la statistica può suggerire un’interessante paragone tra il primo Torino di Stefano Colantuono e quello attuale di Franco Lerda.

Redazione Toro News

"Se una squadra si riconosce dal carattere del proprio allenatore, la statistica può suggerire un’interessante paragone tra il primo Torino di Stefano Colantuono e quello attuale di Franco Lerda.

"Fin dai primissimi giorni del ritiro estivo s’era potuta notare la differenza caratteriale tra il tecnico romano, ora all’Atalanta, e l’allenatore cuneese e già allora si cercava di immaginare quali cambiamenti si sarebbero poi osservati sul terreno di gioco. Tralasciando i confronti dal punto di vista tecnico e tattico, sui quali si sprecano molto pareri, è l’aspetto disciplinare a parlare.

"Se col tecnico romano, più impetuoso ed impulsivo, i giocatori granata riproponevamo in campo l’irruenza della panchina – figurando, già stabilmente dopo le prime giornate, nella “lista dei cattivi” ed arrivando a raccogliere, a fine stagione, ben 15 cartellini rossi (con la penalizzante media di circa un’espulsione ogni tre gare) - l’atteggiamento calmo e pacato di Lerda sembra aver contagiato positivamente la squadra, concedendo qualche cartellino giallo ai propri ragazzi (finora 21, ovvero tre a partita) ma mantenendoli lontani dai rossi.

"Qualora l’andamento disciplinare dei granata dovesse continuare su queste cifre, conservando lo zero nella casella delle espulsioni, l’aspetto caratteriale della squadra potrebbe risultare molto utile nei momenti più caldi della stagione: infatti oltre a poter contare sulla rosa al completo, infortuni permettendo, e a non dover costringere il tecnico ad ingegnosi esperimenti per schierare undici uomini, un’esemplare condotta disciplinare in campo potrebbe anche giovare al rapporto, sempre controverso, del Toro coi fischietti.

"Errori e sviste arbitrali a parte, che possono capitare indipendentemente dal comportamento dei giocatori, per un direttore di gara è infatti certamente più facile trovarsi a dirigere la partita di una formazione corretta e disciplinata, senza la fastidiosa etichetta di “cattivi”, rispetto ad una squadra che s’è costruita tale nomea a suon di sanzioni.

"(foto: M. Dreosti)