Passiamo quindi, dopo aver analizzato i tre portieri, al reparto difensivo. La presenza di Angelo Ogbonna è una sicurezza e garantisce, di per sé, un vantaggio notevole rispetto alle concorrenti per la salvezza. A fianco di Ogbonna vi sarà, presumibilmente, Glik, il quale, vista la giovane età, non può che migliorare e per il quale lo stimolo rappresentato dall’esclusione dagli Europei sarà una ragione in più per fare bene. Di Cesare e Rodriguez vanno a completare un reparto centrale che, senza dubbio, fa invidia a molte squadre medio-piccole di Serie A.
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Ventura e il ”blocco centrale”
Passiamo quindi, dopo aver analizzato i tre portieri, al reparto...
"Angelo Ogbonna: su di lui non c’è da dire molto, stiamo parlando di un ragazzo del 1988 che se non vi fosse Bianchi sarebbe il Capitano con la c rigorosamente maiuscola. Nato e cresciuto calcisticamente nel Torino, è stato in grado a soli vent’anni di guadagnarsi un posto in prima squadra, di conquistare la nazionale giocando nella Serie Cadetta, quindi gli Europei e l’attenzione di mezza Europa. Lui sì che rappresenta, oggi, il Toro. Come ha confermato nell’amichevole contro l’Inghilterra ha oramai raggiunto una maturità mentale da top player, unita a un’abilità nel difendere, sia con la testa che con i piedi, riscontrabile in pochissimi giocatori nel campionato italiano. Ogbonna non è solamente un ottimo difensore: nonostante i 190 cm ha un’accelerazione non indifferente permettendogli, molte volte, di recuperare avversari che molti altri considererebbero già troppo lontani e ha un mancino sopra la media, considerando il ruolo. Proprio per quest’ultima caratteristica, oltre ad essere stato provato come esterno basso nella formazione di Prandelli (e prima nel Torino di Zaccheroni e di De Biasi), rappresenta una manna per Mr. Ventura che confida in lui, come la stagione passata, per far ripartire le azioni del Torino palla a terra direttamente dalla difesa. Insomma, di parole per Angelo ne sono già state utilizzate tante: sicuramente potrebbe giocare in una formazione adibita a vincere il campionato.
"190 cm di altezza per 80kg, con un passato nel Real Madrid, Kamil approda in Italia nel 2010 per giocare nel capoluogo siciliano. Da Palermo, dove gioca quattro partite in Europa League, passa quindi al Bari di Ventura, conquistando subito la maglia da titolare e la convocazione in Nazionale: qui mette in luce le sue grandi doti di difensore vecchio stampo, facendo della propria forza la solidità, la fisicità e una discreta abilità nei colpi di testa. L’anno successivo segue il Mr a Torino, dove colleziona 23 presenze alternandosi, di volta in volta, con Di Cesare.
"Nel Toro, Kamil, conferma quanto intravisto in Puglia: se da una parte è dotato di una grande fisicità, di un’ottima propensione difensiva e di una buona coordinazione aerea, dall’altra appare spesso troppo irruente e si rende protagonista di un paio di errori di concentrazione di troppo, come quello ad Ascoli. Tale aspetto, sicuramente, visti anche i soli 24 anni del difensore, è qualcosa su cui Ventura continua a lavorare e i margini per migliorare sono molti. Poco si può invece fare riguardo a una pecca dovuta alla sua struttura fisica e rappresentata dalla velocità e da una mobilità molto ridotte che lo portano spesso ad essere in difficoltà con i giocatori più veloci e scattanti.
"Valerio Di Cesare: dato per partente sin dalla fine del campionato, il centrale granata, classe 1983, è sicuramente uno di quei giocatori che, pur non essendo dei fenomeni, fanno della professionalità e della voglia un’arma in più. La sua storia dimostra una voglia di riscatto non indifferente: nel 2001 il giovane Di Cesare arriva a Londra, sponda Chelsea, dopo essere cresciuto nelle giovanili laziali. Qui Valerio si rende protagonista di ottime prestazioni, conquistando, a soli 19 anni, un numero di maglia ma senza esordire mai in prima squadra. Nel 2004 decide di tornare in patria e di ricominciare da zero: prima l’Avellino, poi l’Albinoleffe e il Catanzaro sino ad arrivare a Mantova dove, a partire dal 2006, riesce a ritagliarsi uno spazio considerevole in squadra. Nel 2008 viene acquistato dal Vicenza: è proprio con i veneti che, nella stagione 2009-2010, conquista il posto da titolare e si rivela essere uno dei migliori centrali della cadetteria. Il Toro lo acquista per circa 1 milione di euro nel 2010: dopo una prima stagione da titolare si alterna, l’anno della promozione, con Kamil Gilk.
"Guillermo Rodriguez: uno degli ultimi colpi di mercato, Guillermo Rodriguez può essere definito come uno di quei giocatori il cui l’acquisto non fa tanto scalpore ma, a fine campionato, può essere risultato determinante per le sorti della squadra. Classe 1984 ha alle spalle una carriera di tutto rispetto: Danubio, Atlas, quindi Lens, in Francia, dove però non consegue il successo sperato. Si trasferisce all’Independiente, in Argentina, con la quale conquista anche la Nazionale uruguagia, poi Penarol e quindi Cesena. A Cesena arriva come un grande acquisto, fresco degli ottavi di Coppa America, sconfitto solamente dai finalisti del Goiàs: gioca 29 partite ma non riesce, comunque, a salvare la squadra romagnola nonostante una campionato giocato, tutto sommato, a livelli più che sufficienti, sebbene lontani da quelli che l’hanno reso tra i migliori difensori uruguagi negli anni passati.
"Mancino, fisico possente (184cm per 85kg), abile nei colpi di testa e ottimo a livello tecnico, arriva a Torino come alternativa ad Ogbonna e non solo, potendo giocare anche a sinistra come terzino qualora la situazione lo richiedesse. Soprattutto quest’ultima possibilità potrebbe stuzzicare Ventura, vista la condizione da ritrovare di Caceres e il non ben chiaro futuro giudiziario di Masiello.
"Marco Migliorini: classe 1992, acquistato dal Chieti per 300.000 euro, cresciuto nel Chievo, sembrava uno di quegli acquisti di passaggio, da girare immediatamente in serie B a farsi le ossa dopo un’ottima stagione in Lega Pro Seconda Divisione. Invece, il ragazzo, vuoi perché Ventura ha visto in lui un ottimo materiale su cui lavorare vuoi perché, sino all’arrivo di Rodriguez, i centrali i rosa erano solo tre, si è ritagliato il suo posticino in prima squadra, grazie anche a prestazioni discrete nelle amichevoli estive. E’ un centrale di difesa possente, alto 194 cm, destro, abile nei colpi di testa e dotato di grande fisicità. Nelle prime uscite è apparso, in realtà, un po’ troppo goffo in certe situazioni ma questo, a un ragazzo di vent’anni che si ritrova improvvisamente in Serie A, si può perdonare: l’emozione gioca brutti scherzi e comunque, per quanto grezzo, si vedono in lui grandi margini di miglioramento. Di sicuro non lo si vedrà in campo se non in casi estremi, altrettanto sicuramente, almeno sino a Gennaio, sarà uno dei ragazzi su cui il Mister lavorerà di più e che potrà trarre grande giovamento dal far parte di un gruppo in cui Ogbonna, nonostante abbia solamente quattro anni in più, potrà insegnargli molto.
"Il reparto difensivo centrale rappresenta quello tra i più completi, almeno per gli obbiettivi di salvezza che la squadra pone innanzi a tutto. Già, detto terra terra, un giocatore come Ogbonna possono permetterselo in pochi, per di più Glik e Di Cesare rappresentano un’ottima alternanza in base agli avversari: Glik in caso di giocatori più fisici e meno veloci, Di Cesare se dinnanzi a giocatori più reattivi. L’acquisto di Rodriguez, inoltre, ha dato ancora più tranquillità a un reparto di per sé già completo e ha assicurato un’ottima alternativa ad Ogbonna, in caso di infortuni o impegni con la Nazionale, vista l’inesperienza di un Migliorini che dovrà, per quanto visto fino ad ora, dedicare quest’anno a farsi le ossa.
(Foto Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Passiamo quindi, dopo aver analizzato i tre portieri, al reparto...
"Angelo Ogbonna: su di lui non c’è da dire molto, stiamo parlando di un ragazzo del 1988 che se non vi fosse Bianchi sarebbe il Capitano con la c rigorosamente maiuscola. Nato e cresciuto calcisticamente nel Torino, è stato in grado a soli vent’anni di guadagnarsi un posto in prima squadra, di conquistare la nazionale giocando nella Serie Cadetta, quindi gli Europei e l’attenzione di mezza Europa. Lui sì che rappresenta, oggi, il Toro. Come ha confermato nell’amichevole contro l’Inghilterra ha oramai raggiunto una maturità mentale da top player, unita a un’abilità nel difendere, sia con la testa che con i piedi, riscontrabile in pochissimi giocatori nel campionato italiano. Ogbonna non è solamente un ottimo difensore: nonostante i 190 cm ha un’accelerazione non indifferente permettendogli, molte volte, di recuperare avversari che molti altri considererebbero già troppo lontani e ha un mancino sopra la media, considerando il ruolo. Proprio per quest’ultima caratteristica, oltre ad essere stato provato come esterno basso nella formazione di Prandelli (e prima nel Torino di Zaccheroni e di De Biasi), rappresenta una manna per Mr. Ventura che confida in lui, come la stagione passata, per far ripartire le azioni del Torino palla a terra direttamente dalla difesa. Insomma, di parole per Angelo ne sono già state utilizzate tante: sicuramente potrebbe giocare in una formazione adibita a vincere il campionato.
"190 cm di altezza per 80kg, con un passato nel Real Madrid, Kamil approda in Italia nel 2010 per giocare nel capoluogo siciliano. Da Palermo, dove gioca quattro partite in Europa League, passa quindi al Bari di Ventura, conquistando subito la maglia da titolare e la convocazione in Nazionale: qui mette in luce le sue grandi doti di difensore vecchio stampo, facendo della propria forza la solidità, la fisicità e una discreta abilità nei colpi di testa. L’anno successivo segue il Mr a Torino, dove colleziona 23 presenze alternandosi, di volta in volta, con Di Cesare.
"Nel Toro, Kamil, conferma quanto intravisto in Puglia: se da una parte è dotato di una grande fisicità, di un’ottima propensione difensiva e di una buona coordinazione aerea, dall’altra appare spesso troppo irruente e si rende protagonista di un paio di errori di concentrazione di troppo, come quello ad Ascoli. Tale aspetto, sicuramente, visti anche i soli 24 anni del difensore, è qualcosa su cui Ventura continua a lavorare e i margini per migliorare sono molti. Poco si può invece fare riguardo a una pecca dovuta alla sua struttura fisica e rappresentata dalla velocità e da una mobilità molto ridotte che lo portano spesso ad essere in difficoltà con i giocatori più veloci e scattanti.
"Valerio Di Cesare: dato per partente sin dalla fine del campionato, il centrale granata, classe 1983, è sicuramente uno di quei giocatori che, pur non essendo dei fenomeni, fanno della professionalità e della voglia un’arma in più. La sua storia dimostra una voglia di riscatto non indifferente: nel 2001 il giovane Di Cesare arriva a Londra, sponda Chelsea, dopo essere cresciuto nelle giovanili laziali. Qui Valerio si rende protagonista di ottime prestazioni, conquistando, a soli 19 anni, un numero di maglia ma senza esordire mai in prima squadra. Nel 2004 decide di tornare in patria e di ricominciare da zero: prima l’Avellino, poi l’Albinoleffe e il Catanzaro sino ad arrivare a Mantova dove, a partire dal 2006, riesce a ritagliarsi uno spazio considerevole in squadra. Nel 2008 viene acquistato dal Vicenza: è proprio con i veneti che, nella stagione 2009-2010, conquista il posto da titolare e si rivela essere uno dei migliori centrali della cadetteria. Il Toro lo acquista per circa 1 milione di euro nel 2010: dopo una prima stagione da titolare si alterna, l’anno della promozione, con Kamil Gilk.
"Guillermo Rodriguez: uno degli ultimi colpi di mercato, Guillermo Rodriguez può essere definito come uno di quei giocatori il cui l’acquisto non fa tanto scalpore ma, a fine campionato, può essere risultato determinante per le sorti della squadra. Classe 1984 ha alle spalle una carriera di tutto rispetto: Danubio, Atlas, quindi Lens, in Francia, dove però non consegue il successo sperato. Si trasferisce all’Independiente, in Argentina, con la quale conquista anche la Nazionale uruguagia, poi Penarol e quindi Cesena. A Cesena arriva come un grande acquisto, fresco degli ottavi di Coppa America, sconfitto solamente dai finalisti del Goiàs: gioca 29 partite ma non riesce, comunque, a salvare la squadra romagnola nonostante una campionato giocato, tutto sommato, a livelli più che sufficienti, sebbene lontani da quelli che l’hanno reso tra i migliori difensori uruguagi negli anni passati.
"Mancino, fisico possente (184cm per 85kg), abile nei colpi di testa e ottimo a livello tecnico, arriva a Torino come alternativa ad Ogbonna e non solo, potendo giocare anche a sinistra come terzino qualora la situazione lo richiedesse. Soprattutto quest’ultima possibilità potrebbe stuzzicare Ventura, vista la condizione da ritrovare di Caceres e il non ben chiaro futuro giudiziario di Masiello.
"Marco Migliorini: classe 1992, acquistato dal Chieti per 300.000 euro, cresciuto nel Chievo, sembrava uno di quegli acquisti di passaggio, da girare immediatamente in serie B a farsi le ossa dopo un’ottima stagione in Lega Pro Seconda Divisione. Invece, il ragazzo, vuoi perché Ventura ha visto in lui un ottimo materiale su cui lavorare vuoi perché, sino all’arrivo di Rodriguez, i centrali i rosa erano solo tre, si è ritagliato il suo posticino in prima squadra, grazie anche a prestazioni discrete nelle amichevoli estive. E’ un centrale di difesa possente, alto 194 cm, destro, abile nei colpi di testa e dotato di grande fisicità. Nelle prime uscite è apparso, in realtà, un po’ troppo goffo in certe situazioni ma questo, a un ragazzo di vent’anni che si ritrova improvvisamente in Serie A, si può perdonare: l’emozione gioca brutti scherzi e comunque, per quanto grezzo, si vedono in lui grandi margini di miglioramento. Di sicuro non lo si vedrà in campo se non in casi estremi, altrettanto sicuramente, almeno sino a Gennaio, sarà uno dei ragazzi su cui il Mister lavorerà di più e che potrà trarre grande giovamento dal far parte di un gruppo in cui Ogbonna, nonostante abbia solamente quattro anni in più, potrà insegnargli molto.
"Il reparto difensivo centrale rappresenta quello tra i più completi, almeno per gli obbiettivi di salvezza che la squadra pone innanzi a tutto. Già, detto terra terra, un giocatore come Ogbonna possono permetterselo in pochi, per di più Glik e Di Cesare rappresentano un’ottima alternanza in base agli avversari: Glik in caso di giocatori più fisici e meno veloci, Di Cesare se dinnanzi a giocatori più reattivi. L’acquisto di Rodriguez, inoltre, ha dato ancora più tranquillità a un reparto di per sé già completo e ha assicurato un’ottima alternativa ad Ogbonna, in caso di infortuni o impegni con la Nazionale, vista l’inesperienza di un Migliorini che dovrà, per quanto visto fino ad ora, dedicare quest’anno a farsi le ossa.
(Foto Dreosti)
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