di Ivana Crocifisso
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Ventura e il suo 4-2-4
di Ivana Crocifisso
Via Lerda, via il 4-2-3-1, al centro di ogni discorso sin dal ritiro di Norcia. Del modulo lerdiano non resterà praticamente nulla. L'ennesimo nuovo Toro sarà infatti costruito attorno a...
Via Lerda, via il 4-2-3-1, al centro di ogni discorso sin dal ritiro di Norcia. Del modulo lerdiano non resterà praticamente nulla. L'ennesimo nuovo Toro sarà infatti costruito attorno a quello che è il marchio di fabbrica di Giampiero Ventura, un 4-2-4 camuffato da 4-4-2.
Punto cruciale il centrocampo, dove l'ex tecnico del Bari ha sempre giocato con un regista (al Pisa Genevier, al Bari Almiron) affiancato da un incontrista. Ma ancor più importante per il gioco del tecnico la presenza di due esterni iperoffensivi, capaci di arrivare sul fondo e crossare. Esterni veri e propri, e non quei trequartisti, richiesti da Lerda, a cui l'ex tecnico granata chiedeva di andare al tiro più che sfornare cross per Bianchi. Sarà fondamentale, in sede di mercato, accontentare il tecnico genovese sperando che, a differenza della stagione appena trascorsa, Petrachi riesca ad accontentare Ventura già in estate, senza dover inseguire pallini vecchi e nuovi nel mercato di riparazione (vedi Gabionetta).
Sarà una sorta di ritorno al passato, al girone di ritorno di due stagioni fa, quando Colantuono abbandono il 4-3-2-1 per il 4-4-2. Allora, una delle chiavi per il raggiungimento dei play-off fu proprio la presenza di esterni veloci e capaci di crossare per la testa di Bianchi e compagni. Quegli esterni, come Scaglia per citarne uno, subito accantonati la stagione successiva.
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