Ventura mette la squadra in campo e tira una riga. Perché vanno bene le rose ampie e la panchina lunga, ma ci sono giocatori dai quali almeno in questa prima fase della stagione e sino a prova contraria non si può prescindere. Un’asse, quella sulla quale si basa l’ossatura dell’undici titolare, destinata a durare nel tempo salvo contrattempi, con buona pace di quelli che scalpitano alla ricerca di un posto al sole.PRIMO, IL GATTO – Inteso come Jean-François Gillet: in fondo è l’antesignano della nuova filosofia venturiana, quella di un portiere a 360°, capace di fare il suo mestiere e andare anche oltre, sapendo anche impostare il gioco da dietro. Ci ha provato la passata stagione con Coppola (e Morello) prima, con Benussi poi, ma i risultati non sono sempre stati quelli voluti mentre il belga garantisce decisamente altri risultati. Con buona pace della famiglia Gomis, che pure ha ricevuto attestati di stima multipli e in tempi non sospetti, Gillet è assolutamente il numero uno. Sempre che dalla Procura di Bari non s’inventino qualcosa.L’ANGELO AZZURRO – Marlene Dietrich c’entra nulla. Ma ormai Ogbonna vive questa doppia dimensione di essere colonna nel Toro e anche nella nazionale visto che ormai se n’è convinto pure Prandelli. Chi lo ricorda, potenzialmente devastante ma anche facile alle distrazioni tipiche di un diciottenne, nella Primavera granata ora sorride, ché il ragazzo di strada ne ha fatta molta e in tempi anche brevi mostrando una maturazione capace di portarlo tra i top player, forse l’unico realmente a disposizione di Ventura.IL ROSSO VOLANTE – Tutti i grandi comici hanno una degna spalla. Tutti i registi devono avere al fianco qualcuno che canti e porti la croce, come sta dimostrando di saper fare Gazzi. Quelli del tecnico, che lo inseguiva da un anno, non erano capricci ma semplici constatazioni della realtà: con il rosso in campo sono tutti molto più tranquilli, perché sa dettare ritmi e interdire, proporsi e tamponare quasi moltiplicandosi. E’ un acquisto passato quasi sotto silenzio. Si sta dimostrando, almeno sino ad oggi, quello più azzeccato.CAPITANO, MIO CAPITANO – Che Rolandinho fosse insostituibile lo avevano scritto, cantato, urlato i tifosi granata molto prima che si chiudesse il mercato, nonostante sia stato in bilico sino all’ultimo. Non per volere di Ventura che l’ha sempre coccolato e atteso, che sa di dover dipendere molto da lui pur con le alternative a disposizione in rosa. A quasi trent’anni Bianchi è all’ultima occasione per dimostrare di poterci stare a peno titolo in questo contesto, andando magari a solleticare l’interesse di chi sa bene come il suo contratto sia in scadenza. Non sono molte le squadre che nel calcio moderno possono o vogliono permettersi una prima punta molta fisica e forte di testa, ma il Toro sì. E’ dove finisce la riga, l’ultimo degli insostituibili.
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Ventura ha scelto gli insostituibili
Ventura mette la squadra in campo e tira una riga. Perché vanno bene le rose ampie e la panchina lunga, ma ci sono giocatori dai quali almeno in questa prima...
Federico Danesi
(foto M.Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ventura mette la squadra in campo e tira una riga. Perché vanno bene le rose ampie e la panchina lunga, ma ci sono giocatori dai quali almeno in questa prima...
Federico Danesi
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