La ridda di nomi sui possibili compratori del Torino Football Club era già un turbinio prima che il suo presidente dichiarasse l'intenzione di vendere la società di via dell'Arcivescovado; c'era da immaginare cosa sarebbe potuto accadere dopo l'annuncio. Quel che è successo: altro giro altra corsa, ogni giorno un nuovo acquirente. E poi: appelli ai soliti noti, gli imprenditori piemontesi tifosi e facoltosi, che come al solito fanno orecchio da mercante. Quel che non è successo: alle tante ipotesi mancano i riscontri pratici, le trattative, gli outing (con l'unica eccezione della famiglia Tesoro). Toro News informa i granata di tutto il mondo da quei giorni in cui il Toro non c'era più, e da allora segue minuto per minuto quanto vi accade dentro ed intorno, criticando gli errori fin dal principio ma sempre cercando di mantenere il buon senso e l'equilibrio di chi non ha nessun interesse da difendere.Scherzare col Toro é scherzare col fuoco, almeno per chi scrive. Non così per alcuni; non si contano, nella storia granata, i soggetti che l'hanno trattato con leggerezza, dalle proprietà ai media alle amministrazioni comunali. E' passato un lustro da quando l'ultimo appartenente alla prima categoria ad averci provato è stato messo in fuga, letteralmente, a Moncalieri. Il terzo gruppo, quello di sindaci&assessori, porta avanti da sempre la sua opera di equità: da una parte lascia che vengano abbattuti monumenti storici, dall'altra contribuisce a costruire stadi-astronave. Il secondo gruppo, invece, si è definitivamente lasciato andare alla fantasia da quando Cairo ha detto “vendo”. Il gruppo svedese, il supermercato, l'acqua minerale, perfino lo sceicco, e chissà chi scordiamo.“Ho vissuto con sconcerto e sconforto la credibilità che si è data a un personaggio come Ciuccariello. Non ci si può buttare a braccia aperte verso il primo che passa e dice di voler comprare il Toro”, dice Fabio Ravezzani in una bella intervista a Il Sussidiario. Concordiamo con questo modo di porsi; e allo stesso tempo, non rifiutiamo a priori nessuna ipotesi. Su ogni azienda o imprenditore che viene accostato al club che fu di Novo, indaghiamo sempre prontamente, prima di gridarne il nome ai quattro venti; il popolo granata è probabilmente il soggetto tifoso meno adatto ad essere preso in giro, e lo sappiamo. Dunque, compito dell'informazione e dei tifosi crediamo sia quello di vigilare: mantenere alta la guardia rispetto ai colpi che da più parti si cerca di inferire al Toro.Magari così si fa meno “rumore”, ma non è stato dimostrato che il caos faccia del bene (se non forse a chi lo provoca). Ad oggi, il Torino è in vendita: è corretto seguire le possibili trattative, ben sapendo che non fioccheranno come nespole, ma saranno -quelle vere- rare, elaborate e faticose come ogni passaggio di proprietà. Se i risultati non arrivano, e il Toro a metà classifica (o poco più) in B è senz'altro una realtà negativa che si pensava non sarebbe più ritornata, è giusto che chi lo ama cerchi una soluzione diversa, migliore, una speranza; seguiremo le ipotesi che prenderanno forma concreta (non quelle fatte di fumo negli occhi della gente), sapendo che non saranno automaticamente migliori solo perché nuove, ma sperando che possano esserlo davvero. Sempre vigilando, tutti insieme, sul Toro.
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Vigilare
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