di Valentino Della Casa
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Vincere sapendo soffrire
di Valentino Della Casa
È andata bene. Ma questo non vuol dire che il Toro abbia demeritato, anzi (basti pensare ai due goal, assolutamente cercati e voluti). Tuttavia, ripetiamo, ieri con...
"È andata bene. Ma questo non vuol dire che il Toro abbia demeritato, anzi (basti pensare ai due goal, assolutamente cercati e voluti). Tuttavia, ripetiamo, ieri con il Modena è andata sicuramente bene. Ritorna a farsi vedere anche quella fortuna che a volte, in altre partite, è mancata. E, nel calcio, la fortuna serve eccome. Dalla giornata di ieri, comunque, mister Colantuono avrà sicuramente tratto delle considerazioni di non irrilevante importanza, su cui poter lavorare per poter compiere quel percorso di crescita, da lui spesso giustamente citato, che permetterà alla squadra di convincere di più e soffrire un po’ di meno. Ed è proprio la sofferenza al centro dell’attenzione della nostra analisi della partita contro i canarini. Non tanto (anzi, per nulla) i granata hanno sofferto nel primo tempo, più frequenti, piuttosto, quei patemi che, complice anche l’espulsione probabilmente immeritata di Barusso, hanno afflitto la squadra nella seconda frazione di gara. L’assenza forzata dell’ex Brescia dal campo ha sicuramente complicato i piani del mister, che cercando di mantenere il prezioso risultato, ha inserito da subito Coppola per Scaglia, in seguito il deb D’Aiello per Antonelli (ma eravamo già al 25’ del secondo tempo), rinunciando, evidentemente, ad attaccare per restare più coperti. La scelta alla fine dei giochi si è rivelata sicuramente felice, anche perché un super Sereni ha, ancora una volta, dato il suo immenso contributo alla causa granata, salvando il possibile e anche l’impossibile. Tuttavia, forse, la decisione di smettere di attaccare avrebbe potuto avere risvolti non certo positivi. Una volta preso il pallino del gioco, infatti, il Modena ha iniziato ad attaccare a testa bassa, ma l’attenta difesa granata è riuscita a limitare i danni, concedendo relativamente poco, rispetto a quanto l’avversaria stava creando. Probabilmente, con le squadre in parità numerica, il mister non avrebbe rinunciato del tutto alla fase offensiva, anche solo per poter diminuire la pressione sempre crescente della squadra di Apolloni, che, demoralizzata per i numerosi tentativi falliti, e stanca dopo mezz’ora di gioco di grandissima intensità, ha iniziato lentamente a cedere il passo, concedendo al Toro il fatidico e risolutivo raddoppio. Ma con i se e con i ma, si sarebbe giocata un’altra partita. Questa dice che i granata hanno vinto, gettando il cuore oltre l’ostacolo. E spesso, si sa, le partite si vincono con il cuore.
(Foto: M. Dreosti)
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