di Ivana Crocifisso - Il valore aggiunto è lui, il giocatore che all'inizio dell'anno per infortuni e problemi fisici non è riuscito a partire alla pari dei compagni di reparto. Giuseppe Vives a settembre non aveva tanti estimatori qui a Torino, questo bisogna ammetterlo. Chi lo ha visto a Sappada in coppia con Iori, in allenamento e nelle prime sgambate estive, non può esserne sorpreso, oggi. Quei tifosi lo hanno aspettato, Ventura lo ha aspettato. E Vives ha continuato a lavorare a testa bassa senza mai lamentarsi (d'altronde questo ogni professionista dovrebbe fare) fino a trovare pian piano sempre più spazio. Non aveva cominciato benissimo, in campionato. A Nocera era sembrato quasi spaesato, in quell'esperimento di 4-3-3 che tanta fortuna ha portato nelle gare successiva: non aveva reso a destra avendo come unica attenuante quella di essere tornato in campo dopo quasi un mese giocando in una posizione non proprio sua. Poi la gara con la Samp, nella quale era cresciuto a poco a poco come tutta la squadra. E ancora nuovi problemi fisici e il crescere dell'intesa della coppia Iori-Basha. Fino alla gara di Pescara: anche lì impiegato in un centrocampo a tre, ma stavolta a sinistra. Primo gol granata e prestazione. Era il 10 dicembre e da lì in avanti, seppur ad intermittenza, inizia il vero campionato di Giuseppe Vives. Prove di spessore contro Albinoleffe ed Ascoli, via via sempre più utilizzato sia a 3 che in coppia con Iori o Basha, nel momento in cui questi ultimi avevano bisogno di tirare un po' il fiato. Il resto è storia recente: la gara di ieri, lo scampolo di partita con il Crotone, il “secondo tempo” con la Reggina. Nell'ultimo mese, cosa che non lascia indifferenti, la vicenda legata al calcioscommesse, l'interrogatorio, le accuse. Non lo ha scalfito nemmeno questo, le sue prestazioni non ne hanno risentito. Lui, schivo e introverso, ha continuato a fare il suo lavoro, a parlare sul campo. Ieri la piccola eccezione, quando a Livorno ha risposto positivamente alla richiesta di presentarsi ai nostri microfoni. Poche parole che lo descrivono alla perfezione, quando gli si chiedeva degli episodi arbitrali e dei possibili strascichi: "A noi queste cose non devono interessare, dobbiamo solo giocare a calcio". E visti i risultati non possiamo che augurarci che sia così.
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Vives è l’uomo in più del finale di stagione
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