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Toro, il terzino destro è un punto debole: ora Dembele scalpita, ecco perché

Toro, il terzino destro è un punto debole: ora Dembele scalpita, ecco perché - immagine 1
Un ruolo in cui i granata hanno molti problemi e un giocatore che ha tanto bisogno di fare esperienza
Davide Bonsignore

Le recenti vittorie l'hanno fatto passare leggermente in secondo piano, ma è un aspetto presente, evidente e che non va dimenticato: il Torino fa tanta fatica a trovare una soluzione nel ruolo di terzino destro. Con la difesa a 3 il problema non si poneva: Walukiewicz braccetto di destra e Pedersen esterno alto. Con la difesa a 4 la situazione è cambiata: sia il norvegese che il polacco fanno fatica a performare in quella posizione, e troppo spesso Lazaro è costretto a raddoppiare l'impiego e sacrificarsi per garantire solidità difensiva e presenza in attacco sulla fascia destra. Nelle retrovie scalpita Alì Dembelé, la cui permanenza in rosa è stata fortemente voluta da Vanoli ma che fin qui ha trovato poco minutaggio.

Grandi difficoltà nel trovare soluzioni: male Pedersen, Walukiewicz adattato

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La gara di ritorno contro il Cagliari aveva dato molte speranze: Pedersen aveva sfornato una prestazione discreta, e sembrava che con la difesa a 4 - e con la conseguente possibilità di giocare nel suo ruolo preferito - anche lui potesse rivelarsi una risorsa utile per la squadra. Un fiore non fa primavera, e da quel giorno il norvegese non è più stato in grado di confermarsi realmente. Al suo posto è subentrato come titolare Walukiewicz, i cui limiti nel ruolo erano però evidenti da subito. Il polacco è un difensore, e come terzino destro è riadattato. Limiti tecnici nei passaggi e nei tiri, poca velocità e capacità di dribbling: il numero 4 granata fa il suo, ma il ruolo non è il suo. A fronte di ciò potrà certamente trovare spazio Alì Dembelé.

Forte la candidatura di Dembelé: lui ha bisogno di minuti e il Toro può rischiare

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Come detto, chi sta giocando ora - titolare o a gara in corso - non sta convincendo. Con pochi minuti stagionali, ma il Torino può contare su un altro giocatore in quel ruolo: Alì Dembelé. Il francese fin qui ha giocato 136 minuti spalmati in 10 partite, di cui soltanto una da titolare - anche se non è durata molto visto il doppio giallo (e la conseguente espulsione) rimediato al 33' del primo tempo a Firenze. Tolto il cartellino rosso, Dembelé nelle uscite più recenti (45' in due partite nel 2025) non ha sfigurato, ma anzi ha fatto vedere di avere voglia di farsi vedere e fame di conquistare minutaggio. La permanenza in granata è stata voluta proprio da Paolo Vanoli, che lo ha allenato l'anno precedente al Venezia (squadra in cui era in prestito), e proprio per questo il francese nutre della fiducia del tecnico. Con una classifica in cui il Toro non deve guardarsi le spalle (13 punti dalla zona retrocessione) e non può sognare troppo in là (11 punti dalla zona Europa), e considerati i motivi sopra citati, è sensato ritenere che Dembelé avrà spazio nelle restanti 10 gare del campionato. L'impiego del francese sarà sicuramente utile sia per lui, per trovare minutaggio, fare esperienza e migliorare, sia per Vanoli, per comprendere quanto sia effettivamente una pedina interessante per le rotazioni, anche in ottica di una conferma (o meno) per la stagione successiva. Perché in estate una delle priorità dovrà essere proprio la corsia di destra.