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Ricci: “Essere capitano del Torino è un grande onore, ma anche una responsabilità”

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Il centrocampista granata è intervenuto ai microfoni della Serie A: “Spero di essere stato un buon capitano”. Poi un passaggio sul suo stile di gioco: “Non faccio cose spettacolari, ma certi contrasti contano”
Redazione Toro News

Nel corso di un’intervista rilasciata ai canali ufficiali della Serie A, Samuele Ricci ha fatto il punto sulla stagione e sul significato dell’esperienza vissuta da capitano del Torino. Il centrocampista ha indossato la fascia in assenza di capitan Zapata per quasi tutta la stagione e ha parlato del valore che attribuisce a quel ruolo all’interno di un club dalla storia particolare: "Essere capitano del Torino è un grande onore, ma anche una grande responsabilità – ha dichiarato – non è una squadra come le altre. Ha una storia differente che nessuno ha". Ricci ha raccontato le esperienze vissute con la fascia anche sul piano pratico, specie nello spogliatoio: "Mi ha fatto tanto piacere che il mister mi abbia scelto. Non è facile, perché come capitano devo stare molto più attento, anche all’interno dello spogliatoio. Devo anche andare a parlare con il mister... Spero di essere stato un buon capitano per quest’anno”.

Sulla città di Torino il giocatore ha così parlato: "A Torino le persone son0 molto eleganti ed educate. Questa eleganza si riflette nella città, molto curata. Io non sono uno che esce tanto, al di fuori dal campo ho una vita un po' sedentaria".

Il centrocampista ha parlato anche dell'ambiente e dei tifosi: "Quest'anno, ma anche gli altri anni i tifosi ci sono stati molto vicini, anche se non gli abbiamo dato tante soddisfazioni e quindi vanno ringraziati". Poi sempre sulle emozioni in campo: "Il momento dell'ingresso in campo è di massima tensione, per come lo vivo io. Poi quando l'arbitro fischia l'adrenalina fa da padrona. Però il momento dell'ingresso è particolare, con le ultime cose che si possono dire ai compagni, si sentono i primi cori... Poi in campo è come se ci fosse un grande vetro che copre l'esterno: voci, cori... Rimane solo ciò che è dentro al campo".

Spazio anche a una breve riflessione sul proprio stile di gioco, spesso poco appariscente ma centrale nell’equilibrio della squadra:“Non faccio azioni spettacolari, non sono un attaccante, però tante volte per un centrocampista un contrasto è molto importante per la squadra”. Un’identità tecnica chiara, che ha trovato applicazione in un sistema di gioco come quello di Vanoli, dove corsa, intensità e letture tattiche sono fondamentali. Senza fare proclami, Ricci ha offerto un punto di vista lucido sul proprio ruolo e sulla stagione appena conclusa, tra campo e spogliatoio.