Fare la storia, obiettivo raggiunto. Il triplete che il Torino Femminile aveva tanto sognato e cercato è diventato realtà quando nella finale della fase nazionale di Coppa Italia Eccellenza le granata hanno battuto l'Academy Abatese alzando il terzo trofeo di stagione dopo aver già vinto lo step regionale di Coppa e il campionato. Nelle tre competizioni affrontate, il Toro ha sempre e solo saputo migliorarsi uscendone sempre in vetta e mandando al tappeto un'avversaria dopo l'altra. Si sono prese tutto le granata e con merito, raccogliendo i frutti di un lavoro che parte da lontano.


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Torino Femminile, il triplete chiude la stagione dei sogni e parla di futuro
Torino Femminile, dall'anno zero quanto lavoro
—Tornando indietro nel tempo, è ammirevole vedere quanta strada abbia fatto il Torino Femminile da quando è stata fondata la prima squadra due anni fa. Prima di allora si era lavorato con dedizione al Settore giovanile partendo da zero, con il peso tuttavia di non avere un punto d'arrivo per le granata una volta terminato il percorso nelle Under. La creatura di Marco Pianotti, Responsabile dell'Area Femminile, continuava a crescere ma sempre senza quella prima squadra che avrebbe permesso di chiudere il cerchio e dare un futuro alle ragazze del Settore giovanile. L'anno zero è il 2023, quando a luglio il club granata decide che i tempi sono finalmente maturi. Nasce così il Torino Femminile, per il quale si sceglie il percorso più lungo: non viene rilevato il titolo sportivo di una squadra di categoria superiore, ma si parte dall'Eccellenza. Le ambizioni vengono subito esplicitate: l'obiettivo è la promozione in Serie C nell'anno da rookie. Il Toro ci va vicinissimo, arrendendosi solo in finale contro il Bulè Bellinzago.
Torino Femminile, il dominio di questa stagione è frutto di un percorso lungo e virtuoso
—Dal primo anno di vita, il Torino impara tanto. Quando è tempo di ripresentarsi ai nastri di partenza le novità sono molte. Pianotti ha la possibilità di assemblare una corazzata e lo fa sfruttando due canali. Il primo è come sempre il Settore giovanile, che intanto cresce come dimostra anche l'Under 19, vicinissima al titolo nazionale. Il secondo è un'opportunità che si presenta con il fallimento della Femminile Juventus, una delle rivali più ostiche dell'ultimo campionato: tante le giocatrici rimaste a piedi così come il tecnico delle bianconere, Stefano Serami. La scelta del Toro per la panchina è proprio Serami, che accetta il nuovo incarico e si mette al lavoro. La rosa è composita, formata da un misto di conferme della prima stagione in Eccellenza, nuove leve salite dalle Under e giocatrici ex Femminile Juventus. Il gruppo si amalgama in fretta e dà la sensazione di poter fare grandi cose. Il tempo ha effettivamente reso conto di dove potesse essere messa l'asticella. In Piemonte la concorrenza è stata molto limitata, con l'Alessandria che è stata la rivale di una stagione ma che si è dovuta accontentare di chiudere alle spalle di un Toro che ha vinto in Eccellenza ottenendo la promozione in Serie C e che ha vinto in Coppa Italia. Forse lo step che più ha rappresentato un'incognita è stato quello che ha portato al triplete, ovvero la fase nazionale di Coppa Italia Eccellenza. Se in Piemonte le avversarie erano note e stranote, diverso è il discorso quando in partenza si schierano formazioni da tutta Italia, ognuna proveniente da un campionato regionale diverso e con valori diversi: Casolese, Genova, Reggiana, Chievo Verona e infine Academy Abatese. Dalle più toste - la Reggiana su tutte - a quelle affrontate in maggior scioltezza, tutte hanno rappresentato l'occasione di mettersi alla prova. Il poker rifilato in finale all'Academy Abatese, anch'essa promossa in Serie C sa di dominio e sa di futuro. Il Toro si è diplomato con 100 e lode, la sfida più grande sarà però quella che verrà il prossimo anno e per la quale le granata non vedono l'ora di mettersi alla prova. Intanto l'ottima notizia è vedere come tutta l'Area Femminile sia stata partecipe del percorso della prima squadra. Al Filadelfia per la semifinale la tribuna centrale era piena, con tante giocatrici del Settore giovanile ad assistere alle gesta delle ragazze più grandi: è anche così che cresce un movimento e che si crea appartenenza.
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