tor mondo granata Aperitivo con le leggende del Toro: aneddoti e retroscena di 4 vite in granata

Le Voci

Aperitivo con le leggende del Toro: aneddoti e retroscena di 4 vite in granata

Davide Bonsignore Redattore 

L'aperitivo prosegue in chiave amarcord con le quattro leggende che hanno la possibilità di condividere alcuni dei luoghi che più sono rimasti nei loro cuori. "Io sono legato - comincia Silvano Benedetti - alla sede di Corso Vittoria. Ho vissuto 5 anni nelle famose mansarde della sede, eravamo 30/35 ragazzi. Lì ho passato gli anni più difficili e più belli della carriera. L’esordio è stato meraviglioso. Ma anche andare a scuola la sera ti aiuta a crescere, con gente che lavora dalla mattina alle 8 fino alle 5: non è come andare con i coetanei". "La società di Corso Vittorio Emanuele 76 - prosegue Renato Zaccarelli - è indimenticabile, era un embrione. Le stanze erano piccole ma era bellissimo. Era compatta, c’era l’entrata, la segreteria e in fondo l’ufficio del presidente, che non c’era quasi mai ma era sempre dall’altra parte, dove c’era il tavolo dove poteva giocare a carte. Ma era vicino alla cucina, quindi facevi capolino “Buonasera presidente”, “Hai già mangiato? No? Allora siediti”, per approfittare e mangiare bene. Non è che mangiassimo male, però al pensionato le bistecche diventavano giganti. È stata una bellissima esperienza, dei compagni purtroppo uno (Fulvio Di Maio) è mancato per un brutto male". "Io sono legato - conclude Claudio Sclosa - alla vecchia pensione San Marco, in via Goito, vicino alla stazione. Il signor Plinio filmava tutti i ragazzi del Toro nelle giovanili e poi ce li faceva vedere: "Guarda com'era Zaccarelli". Perché quando eri lì mitizzavi quelli che erano del settore giovanile ed erano riusciti ad arrivare in prima squadra, come Renato (Zaccarelli, ndr.), Pulici, Dossena. Erano i nostri miti perché avevano fatto la stessa nostra vita, e noi speravamo di riuscire ad emularli".