Le risposte sono chiare ed è per questo che alcuni tifosi, i cosiddetti “maicuntent”, criticano il presidente Cairo. Io comprendo le motivazioni di questi supporter granata, perché, come è normale che sia, vogliono sempre il meglio per la propria squadra e pretendono che lo desideri anche il presidente. Ecco perché non riescono a digerire l’addio del laterale destro. Va inoltre aggiunto che il rimpiazzo di Ansaldi è sembrato un tentativo di tappare la falla, piuttosto che un’adeguata sostituzione di Zappacosta, altrimenti oggi non si parlerebbe in continuazione di Sagna.
Per quanto riguarda il reparto avanzato non mi resta che alzare le mani e applaudire per ciò che Petrachi e Cairo hanno costruito, pur con molte difficoltà. L’attacco titolare può far invidia ai top club europei. Il problema semmai sono i rincalzi che lì davanti non possono ancora garantire lo stesso apporto dei titolari. Sono contentissimo di Niang, giocatore esplosivo che spero possa tornare devastante come nell’epoca del Milan di Miahjlovic. Quest’anno l’Europa è davvero a portata di mano sperando di non soffrire troppo a centrocampo e sulla corsia destra.
Pur dunque con aspettative migliori, i tifosi si mostrano un po’ freddini nel sottoscrivere gli abbonamenti. E’ inutile negare come la contingenza economica incida sulle tasche dei tifosi e poi a mio modo di vedere anche lo stadio penalizza gli abbonamenti. Penso inoltre che questa sorta di ambiguità di Cairo (nel comunicare ai tifosi le reali intenzioni di rafforzamento della squadra), incida negativamente sull’entusiasmo dei granata – aspetto che ritengo fondamentale per far breccia nei loro cuori – che tendono a non fidarsi. Anche in questo caso i supporter si dividono e c’è chi attacca chi non si abbona e viceversa c’è chi attacca chi invece vorrebbe maggiori ambizioni da parte della società.
Io penso che oggi ciò che ancora manca, e che farebbe davvero fare il salto di qualità a tutto l’ambiente del Torino FC, è una società che si mostri in maniera chiara e inequivocabile ambiziosa e, allo stesso tempo, un po’ più di fiducia da parte dei tifosi, in modo che tornino ad onorare la fede granata ad ogni costo, e spero, soprattutto che non ci siano più quelle liti stucchevoli tra chi è più granata dell’altro solo perché la si pensa diversamente. In una parola manca la giusta mentalità da parte di tutti. Questo lo dico consapevole di rischiare di diventare un bersaglio dei tifosi, ma esorto tutti a comprendere che qualunque cosa un granata dica, lo esprime sempre con il Toro nel cuore. E questa certezza non me la toglierà mai nessuno.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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