Per l'occasione capitò di assistere a un evento curioso quanto significativo. La Roma era stremata, distrutta psichicamente dalla ferocia con cui era stata sotterrata dai grandi campioni granata. Il divario era impossibile da ridurre, malgrado i granata si limitassero a giocare il secondo tempo a un ritmo di gran lunga minore. A un certo punto Franco Ossola, prossimo a calciare in rete, subì un fallo in piena area. Disperazione, esaurimento dovuto alla debacle subita in casa? Chi può dirlo! Ad ogni modo, l'arbitro non poté evitare di fischiare.
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E cosa accadde? Ossola, rialzatosi da terra, afferrò il pallone e lo portò al di fuori dell'area di rigore, come a far intendere che al momento del fallo non si trovava affatto all'interno dell'area, ma fuori. L'arbitro gli sorrise e concesse che Ossola battesse la punizione. L'attaccante, naturalmente, tirò la palla lontano dalla porta. L'esempio sopra riportato è fair play allo stato puro, un concetto che i giocatori del Grande Torino avevano bene in testa. Sono i piccoli gesti come quello appena descritto che contribuiscono a marcare il confine tra campioni e semplici avventori del pallone.
Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.
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