Ed è ancora Coppa Italia il 20 dicembre, quando, contro la Roma, Vanja lavora parecchio, ben dieci parate in novanta minuti. Di cui una da portare all’occhiello: il calcio di rigore di Edin Dzeko finisce bloccato tra le sue mani, non vede la rete. "Sul rigore ero sereno” commenterà Mihajlovic dopo la partita, “avevo detto che lo parava. Lui su 5 rigori ne para 3 sicuro. Può diventare un portiere molto importante". Mentre “Ammazza che parate...” sarà il commento letto sul labiale di Francesco Totti. Essere il fratellino di qualcuno che è grande, non è mai semplice, soprattutto se quella grandezza è valutata 170 milioni di euro, ma Vanja è un Milinkovic-Savic, se le mangia a cena, le sfide. E poi, Sergej è il primo sostenitore della grandezza del fratellino, il web lo testimonia.
Se Dostoevskij fosse nato 140 anni dopo, forse avrebbe scritto la storia dei fratelli Milinkovic-Savic invece di quella dei fratelli Karamazov, trovandola più curiosa. I fratelli iniziano a giocare insieme nelle giovanili serbe del Vojvodina. Poi, ognuno gira l’Europa tracciando la sua rotta, che avrà una meta comune, l’Italia. Per Vanja c’è stato il Manchester United, che lo acquista per un milione e settecentocinquantamila euro ma che non lo vedrà mai giocare in Inghilterra, a causa del permesso di lavoro che Vanja non riuscirà a farsi rilasciare. Nel 2015 decide per la Polonia e firma un contratto quadriennale con il Lechia Danzica. Il 31 gennaio 2017 il Toro chiama e Vanja risponde, per due milioni e seicentomila euro infila la maglia granata. Anzi, quella verdone su verde, quella bruttina. Vanja non si fa mancare gli Europei 2014 con la Nazionale serba Under 19, i Mondiali 2015 con l’Under 20 e gli Europei 2017 con l’Under 21.

Vanja è giovane, determinato, abilissimo nei tuffi e ha ampi spazi di miglioramento sulla presa del pallone, insomma, tutti i requisiti per diventare un grande portiere sono suoi. In fondo, se lo abbiamo visto poco, è perché quest’anno abbiamo goduto dell’immensa soddisfazione di avere sicur-Sirigu tra i nostri pali. Sarebbe stato interessante avere un’agenda fitta di impegni di Coppa e vederlo giocare tanto lì, Vanja. Ha meritato comunque di chiudere il campionato confermando di essere all’altezza, ma di voler ancora crescere. E il prossimo anno che si fa? Se Sirigu riusciremo a tenercelo stretto, Vanja meriterebbe di andare in prestito in qualche club interessante e giocare, giocare, giocare. Se Sirigu partirà, io inizierò un periodo di lutto, ma avremmo un portiere potente e in crescita con cui consolarci. Magari arriverà anche il maggiore dei Milinkovic-Savic, a Torino. E in quel caso il minore potrà insegnare qualcosa al maggiore: esiste una parte di Torino e di calcio che non si compra e non si vende, ti giuro Sergej, può sembrare impossibile, ma è così!
Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.
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