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Toro, dalle luci sulla squadra alle ombre sul mercato

Torino
Occhi Sgranata / Torna la rubrica del nostro Vincenzo Chiarizia: "Vogliamo davvero affrontare la stagione 2019/2020 con la rosa attuale? Campionato, Europa League e Coppa Italia alla lunga possono sfiancare i giocatori"
Vincenzo Chiarizia

Scindiamo il discorso sul Toro. Da una parte prendiamo mister Mazzarri e la squadra, dall’altra la società e il mercato. Per quanto riguarda la prestazione di ieri, il Toro ha davvero fatto vedere di possedere una solidità di gruppo non indifferente. Sicuramente lo Shakhtyor Soligorsk si è dimostrato un avversario modesto, ma il Toro è stato bravo e fortunato a trovare subito la rete del vantaggio e da lì in poi la partita è stata in discesa. Berenguer e Zaza sono l’emblema di un Toro bello e sbarazzino che gioca con entusiasmo e con la coesione di gruppo. Belotti è un vero leader e la difesa si è dimostrata solida anche con i suoi rincalzi. Inutile continuare a dire quanto gran parte del merito sia di mister Mazzarri e del suo staff.

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Per contro stupisce come in un momento così positivo della squadra, il presidente Cairo continui smorzare con le sue dichiarazioni l’entusiasmo dei tifosi granata. Siamo dunque passati dai tre acquisti promessi a fine campionato scorso a due giocatori da prendere di cui almeno uno titolare. Ieri abbiamo sentito il presidente evidenziare come sia difficile migliorare questa squadra. Addirittura il massimo dirigente granata ha dichiarato “Mettiamo che prendiamo un calciatore ora. Il mister secondo voi lo fa giocare subito? No, a meno che non si prenda Messi.” Si può essere d’accordo su questo discorso al 9 di agosto, ma probabilmente se lo si prendeva il primo luglio quel giocatore, che non sarebbe stato Messi, sarebbe stato comunque utile a mister Mazzarri come alternativa in più, soprattutto in vista del probabile spareggio contro i Wolves. E poi come mai al Barça squadra che per l’appunto possiede il cartellino di Messi, non pensano che sia difficile migliorare la squadra, andando a prendere a tutti i costi il francese, ex Atletico Madrid, Griezmann? Urbano Cairo poi ha aggiunto: “La ciliegina però deve essere una ciliegina vera, che piaccia al mister, che sia giusto prendere. A me fare operazioni che siano utili per noi fa sempre piacere, ma deve essere utile.” Anche su questo nulla da obiettare, se non fosse che più si attende e più le ciliegine finiscono e restano gli scarti.

Dunque si può sapere qual è l’obiettivo del Toro nelle tre competizioni? Vogliamo davvero affrontare la stagione 2019/2020 con la rosa attuale? Un conto è avere fiducia negli attuali giocatori e nel mister, e un conto è essere realisti, considerato che Campionato, Europa League e Coppa Italia alla lunga possono sfiancare i giocatori. Se con questa rosa il Toro riuscirà a fare almeno 64 punti, ad arrivare almeno ai quarti di finale di Europa League e a compiere un cammino decoroso in Coppa Italia – cercando di lottare per il trofeo un po’ come ha fatto l’Atalanta – allora sarò il primo a cospargermi il capo di cenere e a stringere le mani al presidente (oltre che a fare un monumento al mister), diversamente sarà l’ennesima occasione sprecata da una società che con l’atteggiamento attuale dimostra di cercare di ottenere il massimo risultato con il minimo sacrificio, l’antitesi dello spirito Toro. Addirittura economizzare sull’acquisto di un vice Sirigu è un qualcosa che mi lascia davvero perplesso: se una società ha difficoltà o ha bisogno di riflettere (quanto tempo poi?) per prendere un secondo portiere, significa che non ha chiaro in mente cosa fare. Le dichiarazioni del presidente ora cominciano a far male perché nostro malgrado le parole hanno un peso e con il continuo ridimensionamento sulle intenzioni di investimento sul mercato, fanno risuonare quelle dichiarazioni come vere e proprie prese in giro verso un popolo granata che vorrebbe tornare a sognare un grande Toro, e perché no, anche una grande società.

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Il Toro è un club sano dal punto di vista finanziario e questo è indubbiamente un merito del presidente Cairo, ma rientrare nei parametri del Fair Play Finanziario deve poter consentire alla squadra di turno di rafforzarsi secondo le proprie risorse. Infatti il Milan quest’anno, oltre all’esclusione dall’Europa League, ha anche rischiato il blocco del mercato estivo, sempre come misura punitiva, per la violazione del Fair Play finanziario. Insomma, mi sembra assurdo constatare che il Toro è in regola con il FPF, ma si autoesclude dal mercato non operando. A mio modesto avviso non mi sembra una scelta lungimirante se, e sottolineo il “se”, si hanno a cuore i risultati sportivi della squadra.

Chiudo con una banale domanda: perché il nuovo direttore sportivo Massimo Bava non è stato presentato ufficialmente?

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