Nonostante le casse piene Cairo ha deciso di accontentare Mihajlovic con Niang, ma ha optato per non intervenire in mediana, ruolo per altro già delicato l’anno scorso e di privarsi nell’ultimo giorno di mercato di Zappacosta. Sì penso ancora a lui, perché in primo luogo non credo nemmeno un secondo che l’offerta faraonica del Chelsea sia arrivata l’ultimo giorno di mercato e in secondo luogo perché a destra ci si ritrova titolare colui che l’anno scorso era in panchina. Poco importa il gol di domenica o all’errore in occasione dle gol di Rohdén, il mio ragionamento guarda nel lungo periodo. Domanda banale: se quest’anno gioca il panchinaro dell’anno scorso, il Toro si è rafforzati o no?
Torniamo al centrocampo. Se pensiamo che il Torino 2016/2017 in mediana aveva Acquah, Baselli, Benassi, Gustafson, Lukic, Obi e Valdifiori e quest’anno ha Acquah, Baselli, Gustafson, Obi, Valdifiori e Rincon è evidente come il Torino a centrocampo non si sia rinforzato e che soprattutto, visto anche purtroppo l’attuale rendimento del venezuelano ex Genoa, non ci sia stato il salto di qualità. Per questi motivi fossi nel mister valuterei il passaggio ad un 4-3-1-2, per rinforzare il centrocampo con l’inserimento di Valdifiori tra Baselli e Rincon, mantenendo così il nostro attuale punto di forza, ossia Ljajic, nella posizione di trequartista e alternerei lì davanti Niang, Sadiq, Falqué, Boyé. Certo che così verrebbe totalmente estromesso Berenguer, ma sembra comunque che il tecnico l’abbia già fatto fuori senza appello.
Tutti sapevano che nel ruolo di centravanti passare da Belotti a Sadiq sarebbe stato traumatico e tutti speravano che l’infortunio del Gallo fosse più leggero. Purtroppo la realtà toglie al Toro l’attaccante azzurro per diverso tempo e dunque è logico che il rincalzo sia il nigeriano che, lo ammetto, si è impegnato molto, ma non si è mai reso pericoloso con Cordaz. Sono convinto che la punta nigeriana avrà anche un futuro, ma pensare di sostituire il Gallo con lui è una cosa semplicemente folle per una società che, ricordo e ribadisco, punta dichiaratamente all’Europa.
Niang è stato l’acquisto tanto voluto dal Mihajlovic e più oneroso dell’era Cairo. Ma vorrei capire che differenza c’è tra le prestazioni di Niang e quelle di Berenguer o Boyé, tanto da portare l’allenatore a bocciare pubblicamente sia lo spagnolo che l’argentino? O ci sono dinamiche di spogliatoio che io comune mortale non comprendo, oppure l’allenatore si sta prendendo la libertà di svalutare due patrimoni della società senza dar loro vere occasioni. Intanto il francese gode di fiducia incondizionata che fino ad ora ha portato al gol contro il Verona, all’assist per Baselli contro la Samp e a poco altro.
In definitiva i problemi che sta vivendo oggi il Toro non sono casuali, ma hanno un peccato originale che parte da lontano e che sistematicamente la società tende a ripetere: costruzioni di rose inadeguate con rincalzi non all’altezza. Se a questo ci aggiungiamo l’ostinazione del tecnico anche quando le cose non vanno, i problemi si amplificano. Ora che i nodi sono giunti al pettine attendiamo la soluzione per evitare quello che ad oggi si prospetta essere un probabile fallimento, soprattutto in vista delle prossime e difficili giornate di campionato.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)