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Nato a Johannesburg il 23 marzo 1932, si distinse in campo per le sue prestazioni atletiche ragguardevoli. Tanto che il Newcastle gli propose un ingaggio, da Mokone rifiutato per necessità di finire gli studi. Nel 1956, però, il giovane attaccante sudafricano cominciò la sua carriera calcistica con il Coventry City. Passò poi ad altri club tra cui il Cardiff City, il Barnsley e il Salisbury.
La chiamata da Torino avvenne nel 1962.
Secondo il memoriale della "Stampa" l'ingaggio ebbe la foggia di un dono natalizio:
Fu un regalo di Natale che il presidente del Torino Orfeo Pianelli riservò alla gente granata in occasione delle feste di Natale 1963. Ma la festa dura poco, pochissimo, anzi niente. Giusto il tempo di accorgersi che il ragazzone alto e grosso con ogni probabilità un pallone non l’ha mai visto in vita sua e che in mezzo al campo del Filadelfia, sotto una nevicata di quelle di una volta, riusciva appena a dire di non poter sopportare un freddo così freddo. Sicché la presunta macchina da gol finì ingloriosamente la sua fulminea carriera al calduccio proprio in casa Pianelli: guanti bianchi e livrea quando si trattava di servire a tavola, cappellino da chauffeur allorché era tempo di accompagnare il commendator in ufficio.
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Sorte simile capitò anche all'uruguaiano Federico Magallanes, assoldato dai granata per la stagione 2002-2003. Di lui se ne dissero di tutti i colori, la dirigenza, composta all'epoca da Mazzola, Romero e Cimminelli, ne dipinse le qualità quasi fosse Magallanes l'asso vincente che il Toro non poteva assolutamente permettersi di perdere. C'era già chi parlava dell'erede di Meroni. La realtà parlò con voce più tonante: diciannove partite disputate, un solo gol compiuto.
È meglio finirla qui e ritornare a pensare agli assi di cui parlammo la settimana scorsa.
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