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Toro e tifosi uniti per vincere contro il Cagliari

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L’Analisi di Gino Strippoli / Mazzarri contro Maran è la sfida della tattica
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Di tutto si può dire sui tifosi granata, che spesso non sono mai contenti e troppo critici, ma non quello di lasciare mai da sola la squadra anche nei periodi bui come in questo inizio di campionato. Anche dopo la sconfitta contro l’Udinese la critica dei tifosi è stata tremenda, soprattutto contro l’allenatore Mazzarri e sui social è uscito davvero di tutto e di più, ma oggi tutto lo stadio sarà con Belotti e compagni e anche con Mazzarri, e finché lui è l’allenatore del Toro, lui lo rappresenta e bisogna anche tifare per lui. Può non piacere, può non essere simpatico, si può discutere il suo tatticismo o il suo difensivismo, ma oggi lui indossa la maglia granata e chi la indossa deve essere incitato: le critiche si faranno però dopo la partita.

Contro il Cagliari sarà una partita decisiva per riaprire l’ossigeno a questo Toro che respira a fatica. Una squadra che è apparsa più volte disorientata in campo, spesso sembra che non sappia cosa deve fare con in più i problemi legati anche alla scorsa stagione, al di là dei risultati, ovvero la mancanza di fantasia, ma soprattutto l’incapacità di verticalizzare per vie centrali quando le corsie laterali sono bloccate. Quando ciò succede il gioco si blocca così come i rifornimenti per Belotti che ancora aspetta una spalla al suo fianco.

Verdi sta giocando troppo lontano dall’area e a Udine è sembrato il sesto centrocampista in campo e non un rifinitore. Tra l’altro la sua migliore stagione a Bologna l’ha fatta giocando ai limiti dell’area da seconda punta. Ha ottime qualità da punta ma non certo da fantasista sebbene si sforzi di farlo.

Belotti va sostenuto e magari con il Cagliari si spera di vedere un Toro più offensivo. Più volte è stato provato in allenamento il 3-4-3 e forse sarebbe ora di metterlo in pratica rischiando quello che c’è da rischiare per evitare l’ennesima brutta figura. Mettere Verdi, Belotti e Falque per far decollare l’offensiva granata e iniziare a riprendere fiducia nei propri mezzi.

Un eventuale passo falso sarebbe devastante sia per i giocatori che per la tifoseria. Non può essere scusante la preparazione legata ai preliminari di Europa League, cosi come non può essere una giustificazione quella che quasi tutte le squadre che hanno fatto i preliminari non hanno fatto meglio del Toro in campionato (vedi Espanyol, lo stesso Wolverhampton o lo Strasburgo). Non è tanto in discussione la classifica dei granata o le sconfitte ma come queste sono venute, senza gioco qiasi alla merce di squadre abbordabili sulla carta.

Qui la nota dolente: quando il Toro deve fare la partita e costruirsela va in tilt e prende gol con le ripartenze avversarie. Il Cagliari di oggi ha 4 punti più del Toro, veleggia al quinto posto in classifica ed è a pieno regime grazie ad un centrocampo che quest’anno vede tra le sue fila Nainggolan e Rog prelevati da Inter e Napoli, da un attacco che è stato velocizzato dallo sgusciante Simeone, in difesa dal giovane Pellegrini arrivato dalla Juventus. Giocatori questi innestati in un impianto di gioco plasmato bene da Maran già lo scorso anno. Un allenatore che dal punto di vista tattico ha la capacità di cambiare volto alla squadra a secondo dell’avversario così come fa Mazzarri. Si può prevedere oggi un bello scontro di tatticismo tra i due allenatori.

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